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Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile

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es<strong>per</strong>ienze<br />

Mojoca raccontano di giovani che hanno acquisito sempre maggiore consapevolezza dei<br />

propri diritti come cittadini: hanno imparato a denunciare le vio<strong>la</strong>zioni di cui sono oggetto,<br />

soprattutto da parte del<strong>la</strong> polizia, e a rivendicare <strong>il</strong> diritto ad essere protetti in quanto minori,<br />

affinchè sia loro garantito <strong>il</strong> diritto al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, all’alimentazione, al<strong>la</strong> salute, attribuendo<br />

una grande importanza all’istruzione come strumento <strong>per</strong> uscire dall’esclusione sociale.<br />

Hanno acquisito, infine, anche una maggiore volontà e maturità nell’affrontare i problemi<br />

attraverso <strong>il</strong> dialogo e <strong>la</strong> comprensione, prima che ricorrendo al<strong>la</strong> violenza.<br />

Negli ultimi anni anche in europa, e in partico<strong>la</strong>re in italia e in spagna, dove è più<br />

forte <strong>la</strong> presenza di immigrati <strong>la</strong>tinoamericani, si è iniziato a par<strong>la</strong>re di “bande di <strong>la</strong>tinos”<br />

che rappresenterebbero, secondo i mezzi di comunicazione, un <strong>per</strong>icolo <strong>per</strong> <strong>la</strong> sicurezza dei<br />

cittadini. Nelle aree urbane dei paesi sv<strong>il</strong>uppati <strong>il</strong> fenomeno diventa ancora più complesso<br />

quando queste bande sono caratterizzate dal<strong>la</strong> partecipazione dei cosiddetti “immigrati di<br />

seconda generazione”, come sta accadendo <strong>per</strong> esempio in europa. Cercarne le motivazioni<br />

appare talvolta complesso, in quanto essi, a differenza dei loro genitori, non hanno<br />

affrontato l’es<strong>per</strong>ienza dell’emigrazione, con i problemi che ne derivano, e spesso non<br />

sono neppure stranieri in quanto già cittadini del paese che ha accolto i loro genitori. essi<br />

si sentono appartenenti al<strong>la</strong> società ospitante e condividono le aspettative dei loro coetanei<br />

“indigeni”, ma rispetto a questi sono di rego<strong>la</strong> svantaggiati <strong>per</strong> <strong>il</strong> contesto fam<strong>il</strong>iare meno<br />

dotato di mezzi materiali e di re<strong>la</strong>zioni sociali. i <strong>la</strong>vori “da immigrati” dei loro genitori appaiono<br />

loro degradanti, ma le qualità e i mezzi <strong>per</strong> un inserimento su<strong>per</strong>iore sono spesso<br />

carenti. <strong>la</strong> società ospitante appare loro ipocrita e ingiusta, <strong>per</strong>ché afferma di offrire a<br />

tutti delle opportunità, che <strong>per</strong>ò risultano a molti di loro inafferrab<strong>il</strong>i. <strong>per</strong> queste seconde<br />

generazioni, prese tra due mondi, l’es<strong>per</strong>ienza del disagio, dell’insuccesso nel tentativo di<br />

inserimento, dell’estraniazione, è comune.<br />

<strong>la</strong> sensib<strong>il</strong>ità delle giovani generazioni all’immagine svalorizzata dei loro genitori;<br />

<strong>la</strong> loro difficoltà ad interiorizzare un modello di adulto, dal momento che essi hanno abitualmente<br />

a che fare con un padre ed una madre assenti <strong>per</strong> i pesanti impegni <strong>la</strong>vorativi e<br />

i lunghi tempi dei trasferimenti casa-<strong>la</strong>voro e spesso incapaci di interagire adeguatamente<br />

con <strong>la</strong> lingua, <strong>la</strong> cultura e le istituzioni del paese ospitante; abitazioni talvolta inospitali e<br />

prive di stimoli culturali e di spazio: tutto ciò può contribuire al disagio giovan<strong>il</strong>e e di fronte<br />

a tutto questo si può meglio comprendere l’attrazione che su questi giovani esercitano le<br />

bande urbane. Queste bande consentono <strong>la</strong> “normalizzazione” del<strong>la</strong> diversità attraverso<br />

l’aggregazione di più giovani del<strong>la</strong> stessa origine etnica e costituiscono un’occasione di<br />

empowerment, <strong>per</strong> <strong>la</strong> forza e <strong>la</strong> minaccia che esprimono. sono anche strumento di valorizzazione<br />

del<strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong> minoranza, contro <strong>il</strong> dominio dei valori del paese ospitante.<br />

<strong>per</strong>mettono un recu<strong>per</strong>o del<strong>la</strong> stima <strong>per</strong> se stessi, attraverso <strong>la</strong> stima espressa dal gruppo.<br />

offrono un ambiente sociale che protegge e sostiene; un ambiente alternativo al<strong>la</strong> famiglia<br />

assente e al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, spesso <strong>per</strong>cepita come inut<strong>il</strong>mente frustrante.<br />

in realtà, come dimostra <strong>la</strong> ricerca qualitativa svolta dal<strong>la</strong> Fondazione Cinde a Madrid<br />

e Barcellona, i media hanno contribuito a creare un panico ingiustificato in quanto, se è<br />

vero che i giovani <strong>la</strong>tinos hanno dato vita a gruppi di diverso genere, spesso su base etnica<br />

e identitaria, questi gruppi non possono, almeno <strong>per</strong> <strong>il</strong> momento, essere paragonati in<br />

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