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Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile

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es<strong>per</strong>ienze<br />

sono ridotti al minimo indispensab<strong>il</strong>e e questo rende ancora più diffic<strong>il</strong>e l’integrazione. lo<br />

stesso vale <strong>per</strong> gli adolescenti che frequentano <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>, che pur avendo compagni di c<strong>la</strong>sse<br />

sia italiani che stranieri, quando si tratta di scegliere i propri amici si limitano ai giovani<br />

che appartengono al<strong>la</strong> comunità salvadoregna e, quando si tratta dei luoghi in cui incontrarsi,<br />

preferiscono quelli frequentati da altri salvadoregni o da altri <strong>la</strong>tinoamericani. Molti<br />

di loro hanno sofferto episodi di razzismo a scuo<strong>la</strong> e forse <strong>per</strong> questo tendono ad essere<br />

così diffidenti nei confronti degli italiani, da cui si sentono anche “culturalmente” lontani,<br />

così come dagli altri gruppi di stranieri, con i quali sembrano non volersi “mischiare”, soprattutto<br />

se si tratta di gruppi che soffrono di partico<strong>la</strong>re “stigmatizzazione” e con i quali<br />

“potrebbero essere confusi”.<br />

Gli episodi di intolleranza e discriminazione a cui a quasi tutti è capitato di assistere<br />

o di vivere sul<strong>la</strong> propria pelle non fanno che accentuare le difficoltà di inserimento nel<strong>la</strong><br />

nostra società. <strong>il</strong> rapporto con l’italia è ambivalente, una sorta di amore-odio <strong>per</strong> un paese<br />

che da un alto offre loro molte opportunità e dall’altro sembra considerarli un peso, un<br />

elemento estraneo, nonostante <strong>la</strong> consapevolezza di molti di essere motore essenziale <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> crescita del paese. tutto ciò, associato alle differenze linguistiche e culturali, contribuisce<br />

a far emergere una “doppia identità”, o meglio, una “identità dimezzata”, a causa delle<br />

difficoltà che ognuno trova nel definirsi: chi più salvadoregno, chi più italiano, chi entrambe<br />

le cose, chi ne fa una questione di cultura di appartenenza e chi, più semplicemente,<br />

di cittadinanza. <strong>il</strong> che contribuisce a rendere ancora più diffic<strong>il</strong>e <strong>la</strong> condizione che questi<br />

giovani si trovano a vivere.<br />

i loro racconti ci hanno confermato come tutti abbiano avuto a che fare, in un modo<br />

o nell’altro, con <strong>la</strong> violenza, prima di tutto come vittime. innanzitutto a causa del machismo,<br />

di cui è <strong>per</strong>meata <strong>la</strong> società <strong>la</strong>tinoamericana e che porta al<strong>la</strong> disgregazione fam<strong>il</strong>iare<br />

e, in molti casi, al<strong>la</strong> violenza domestica, sia nei confronti delle donne che dei minori.<br />

inoltre, i giovani salvadoregni hanno s<strong>per</strong>imentato sul<strong>la</strong> propria pelle, come dice<br />

un’intervistata, “<strong>la</strong> violenza dei trattati economici” che vengono loro imposti, e che contribuiscono<br />

all’impoverimento del loro paese e all’emigrazione di molti ragazzi e ragazze.<br />

Hanno dovuto fare i conti con <strong>la</strong> guerra, che li ha segnati profondamente e che ha portato<br />

loro via parenti e amici, facendoli convivere, giorno dopo giorno, con <strong>la</strong> violenza delle parti<br />

in conflitto, <strong>per</strong>petrata soprattutto sul<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione civ<strong>il</strong>e; una violenza fatta di abusi,<br />

torture, uccisioni, con migliaia di <strong>per</strong>sone costrette a fuggire dal proprio paese. <strong>per</strong> passare<br />

poi, negli ultimi anni, al<strong>la</strong> violenza delle maras, che rapiscono, stuprano, uccidono,<br />

praticano l’estorsione, e degli squadroni del<strong>la</strong> morte, che continuano, insieme al<strong>la</strong> polizia<br />

e con <strong>la</strong> complicità del Governo, a usare <strong>la</strong> violenza delle bande come scusa <strong>per</strong> reprimere<br />

e sfruttare <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. Questa violenza, soprattutto sotto forma di episodi di razzismo,<br />

è continuata poi una volta arrivati in italia, da parte delle forze dell’ordine, delle istituzioni,<br />

dei colleghi e dei compagni di scuo<strong>la</strong>.<br />

in queste condizioni sarebbe stato lecito, o quantomeno prevedib<strong>il</strong>e, che questi ragazzi<br />

e ragazze avessero risposto a loro volta con <strong>la</strong> violenza ad un mondo e ad una società<br />

che non ha fatto altro che maltrattarli. e invece hanno preferito, come molti altri giovani di<br />

nazionalità diversa, fare una scelta differente: organizzarsi sì in un gruppo, ma che avesse<br />

l’obiettivo non solo di aiutarli a mantenere vive <strong>la</strong> propria cultura e le proprie tradizioni, ma<br />

che, soprattutto, <strong>per</strong>mettesse loro di poter aiutare da un <strong>la</strong>to i salvadoregni che arrivano<br />

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