Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile
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speciale<br />
non ha motivo di occuparsi di quanto accaduto allorché è probab<strong>il</strong>e che in futuro <strong>la</strong> condotta<br />
criminosa non si ripeterà.<br />
<strong>la</strong> dichiarazione di “estinzione del reato” <strong>per</strong> esito positivo del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova<br />
costituisce lo strumento attraverso <strong>il</strong> quale nei fatti – ma anche in modo simbolico – si<br />
realizza questo “su<strong>per</strong>amento” del passato, anche con riferimento a fatti di reato in sé<br />
partico<strong>la</strong>rmente gravi.<br />
<strong>per</strong> sua natura, <strong>il</strong> processo penale ha <strong>per</strong>ò sempre ad oggetto <strong>il</strong> vaglio di un comportamento<br />
che già è stato posto in essere e che costituisce <strong>la</strong> ragion d’essere del processo, un<br />
comportamento che ha inciso sul<strong>la</strong> realtà fenomenica, ha manifestato <strong>la</strong> sua offensività e<br />
ha determinato conseguenze dannose dalle quali <strong>il</strong> processo diffic<strong>il</strong>mente può totalmente<br />
prescindere.<br />
sotto diverso prof<strong>il</strong>o, questo slittamento dal reato al<strong>la</strong> <strong>per</strong>sonalità dell’imputato può<br />
trasformare, nel<strong>la</strong> sostanza, l’oggetto stesso del processo penale, che da processo sui “fatti”<br />
si può trasformare in processo sul<strong>la</strong> “<strong>per</strong>sona”, con <strong>il</strong> rischio di intervenire in modo<br />
<strong>per</strong>vasivo e autoritario, attraverso gli strumenti coercitivi tipici del diritto penale, <strong>per</strong> scopi<br />
di tipo meramente rieducativo.<br />
in altre parole, nel nostro attuale processo vi è <strong>il</strong> rischio che <strong>il</strong> reato – da oggetto<br />
del processo e causa che ne giustifica l’attivazione – si trasformi in sintomo del “modo di<br />
essere” dell’imputato, mero evento che rimane sullo sfondo e che costituisce l’occasione di<br />
intervenire sul<strong>la</strong> formazione di una <strong>per</strong>sonalità ritenuta deviante.<br />
<strong>la</strong> giustizia riparativa, rimandando al fatto di reato e alle conseguenze dannose che<br />
<strong>il</strong> comportamento dell’imputato ha già prodotto, àncora invece <strong>il</strong> processo ai “fatti”, sicché<br />
recepire le sue istanze, almeno in parte, può contribuire a ridurre <strong>il</strong> rischio di un’impropria<br />
trasformazione del processo da processo sul fatto a processo sul<strong>la</strong> <strong>per</strong>sona.<br />
Mantenendo <strong>il</strong> vertice di osservazione sul<strong>la</strong> f<strong>il</strong>osofia del nostro processo penale minor<strong>il</strong>e,<br />
un’ultima riflessione va fatta su un suo principio ispiratore, cioè sul su<strong>per</strong>amento<br />
del<strong>la</strong> dimensione meramente giudiziaria <strong>per</strong> una “restituzione” del problema del<strong>la</strong> devianza<br />
e del<strong>la</strong> delinquenza minor<strong>il</strong>e al<strong>la</strong> sua dimensione sociale, con <strong>il</strong> coinvolgimento del<strong>la</strong><br />
comunità locale e dei servizi nei programmi di recu<strong>per</strong>o.<br />
in questa direzione, appare <strong>per</strong> <strong>la</strong> verità paradossale estromettere totalmente colui<br />
che ha subito le conseguenze dannose del reato, <strong>per</strong>ché è diffic<strong>il</strong>e ipotizzare un effettivo<br />
“reinserimento” dell’imputato nel<strong>la</strong> sua dimensione sociale, distogliendo lo sguardo dal<strong>la</strong><br />
“ferita” che proprio nel<strong>la</strong> dimensione sociale <strong>il</strong> comportamento dell’imputato ha determinato.<br />
Strumenti <strong>per</strong> le istanze di tipo riparativo<br />
<strong>la</strong> mediazione, che in diverse sedi <strong>il</strong> nostro processo penale minor<strong>il</strong>e ha ormai iniziato<br />
a conoscere, costituisce l’espressione priv<strong>il</strong>egiata del<strong>la</strong> giustizia riparativa, <strong>per</strong>ché consente<br />
un confronto pieno e diretto fra <strong>la</strong> <strong>per</strong>sona offesa e l’imputato, <strong>la</strong> libera espressione<br />
dei rispettivi vissuti e l’individuazione autonoma delle forme riparative più idonee.<br />
<strong>per</strong> sua natura, <strong>la</strong> mediazione <strong>per</strong>segue <strong>la</strong> finalità di fac<strong>il</strong>itare una soluzione condivisa<br />
dei conflitti e quindi <strong>la</strong> pacificazione sociale, nell’ambito del<strong>la</strong> cosiddetta “giustizia di<br />
prossimità”, in un contesto nel quale non si “enfatizzano doveri e diritti” e ci si fonda su<br />
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