Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile
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Dossier<br />
gli investimenti da parte degli o<strong>per</strong>atori? Cosa favorisce l’esito positivo o negativo del<strong>la</strong><br />
prova? Quali le responsab<strong>il</strong>ità degli o<strong>per</strong>atori?<br />
le domande ci guidavano verso le condizioni ed i criteri che danno corpo ai singoli<br />
progetti di messa al<strong>la</strong> prova, mentre <strong>il</strong> volto del<strong>la</strong> ricerca assumeva una linearità solo apparentemente<br />
leggera. infatti, accanto all’attenzione analitica ai progetti, alle caratteristiche,<br />
alle modalità ed alle procedure su cui si basa l’applicazione del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova, non si<br />
poteva evitare di pensare a come questo strumento riuscisse ad incidere sul<strong>la</strong> volontà di<br />
cambiamento del ragazzo, allontanandolo dall’esposizione al rischio di devianza.<br />
intanto, l’identità del<strong>la</strong> ricerca si definiva nel senso di una ricerca constatativa<br />
(l. Mortari, 2008) più che trasformativa: emergevano le finalità ricognitive sul contesto, si<br />
sentiva <strong>il</strong> bisogno di comprendere le cose così come accadono, di capire come si attuano<br />
certe intenzioni “di prassi”. <strong>il</strong> ricercare sul<strong>la</strong> “messa al<strong>la</strong> prova” è stato dunque un pensare<br />
capace di sentire <strong>la</strong> malinconia del<strong>la</strong> rinuncia alle velleità trasformative insite nel<strong>la</strong><br />
ricerca: <strong>la</strong> ricerca sul<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova non ha messo al<strong>la</strong> prova l’es<strong>per</strong>ienza <strong>per</strong> validare<br />
ipotesi e teorie in uso, ma si è posta come monitoraggio di es<strong>per</strong>ienze concrete, come<br />
raccolta di significati.<br />
<strong>per</strong> <strong>il</strong> gruppo di <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> ricerca è stata una faticosa pratica di confronto critico,<br />
costruita attorno al mantenimento consapevole di una gestalt figura/sfondo, disegnata<br />
dal<strong>la</strong> compresenza di due dimensioni, l’esplicito e l’implicito, e di due oggetti di <strong>la</strong>voro:<br />
<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova e <strong>la</strong> recidiva. sebbene l’oggetto del ricercare fosse <strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova,<br />
non si poteva evitare <strong>il</strong> rimando al<strong>la</strong> recidiva. l’efficacia dell’istituto giuridico è infatti<br />
r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>e dal<strong>la</strong> forza di contrasto al<strong>la</strong> recidiva, <strong>per</strong>ciò era importante raccogliere eventuali<br />
riferimenti o riflessioni degli o<strong>per</strong>atori.<br />
rispetto al<strong>la</strong> dimensione esplicita ed implicita del<strong>la</strong> ricerca, <strong>la</strong> dimensione esplicita<br />
ha riguardato l’osservazione e l’analisi del<strong>la</strong> prassi applicativa del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova;<br />
dunque, ciò che è stato possib<strong>il</strong>e spiegare e comprendere, mantenendo un atteggiamento<br />
esplorativo non solo verso l’oggetto del<strong>la</strong> ricerca ma anche verso <strong>il</strong> gruppo di <strong>la</strong>voro.<br />
Così, mentre si individuavano questioni di fondo <strong>per</strong> sv<strong>il</strong>uppare <strong>il</strong> piano di ricerca, facendo<br />
ricorso ad una metodologia di tipo empirico con strumenti logici di tipo induttivo, si<br />
consolidava <strong>la</strong> competenza di una “pratica autoanalitica”, di autocentratura del gruppo<br />
di ricerca, volta a visualizzare le diverse ipotesi e le differenti rappresentazioni dei problemi<br />
<strong>per</strong> poter individuare e condividere obiettivi e priorità di azioni.<br />
<strong>la</strong> dimensione implicita ha riguardato aspetti intuib<strong>il</strong>i, connessi all’applicazione<br />
dell’istituto, ma non evidenziab<strong>il</strong>i come elementi di ricerca. un es<strong>per</strong>ire senza poter<br />
approfondire, un incontrare senza attraversare, dentro <strong>la</strong> “memoria” del progetto: ad<br />
esempio tutto ciò che si riferiva agli assetti strutturali ed organizzativi dei servizi, ai modelli<br />
o<strong>per</strong>ativi, agli st<strong>il</strong>i comunicativi più o meno fluidi, più o meno consolidati tra ussm e<br />
aG, al<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evanza sociale, culturale, politica del<strong>la</strong> misura.<br />
I focus, <strong>il</strong> metodo, <strong>il</strong> senso del<strong>la</strong> ricerca<br />
le emozioni e <strong>la</strong> fatica del ricercare, gli entusiasmi e <strong>la</strong> confusione, le attese e le<br />
rinunce, sono stati aspetti attivi ed integranti di alcune consapevolezze costruite in corso<br />
d’o<strong>per</strong>a, rispetto a quattro livelli: ontologico, epistemologico, metodologico, tecnico.<br />
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