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Scarica il documento - Dipartimento per la Giustizia Minorile

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speciale<br />

s. l. sembra intuire (e anche riconoscere) come i concetti del<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità e<br />

del<strong>la</strong> legalità debbano avere origini non esclusivamente comportamentali di adesione o<br />

meno a schemi esterni all’interiorità <strong>per</strong>sonale.<br />

a tal proposito <strong>la</strong> formalità esposta durante <strong>il</strong> primo incontro confluisce nell’interiorizzazione<br />

dell’agire “secondo valori <strong>per</strong>sonali”.<br />

<strong>la</strong> riflessività, realizzata attraverso <strong>la</strong> narrazione, attiva <strong>la</strong> sua capacità di diventare,<br />

di volta in volta ed in ogni luogo, soggetto autenticamente storico, <strong>per</strong>sona cioè<br />

concretamente capace di impegnarsi nel<strong>la</strong> “costruzione di un senso”, ove <strong>la</strong> memoria<br />

dei fatti del<strong>la</strong> vita non è solo <strong>il</strong> “luogo” dove si ce<strong>la</strong>no i re<strong>per</strong>ti archeologici dell’esistenza<br />

passata, bensì <strong>il</strong> “luogo” (attivo ed attuale) dove l’io continuamente realizza <strong>la</strong><br />

tessitura e <strong>la</strong> mediazione, cognitiva ed affettiva, di se stesso.<br />

in partico<strong>la</strong>re s. l. sembra aver realizzato questo <strong>per</strong>corso concreto: dall’astratto,<br />

al rapporto causa-effetto (io sbaglio-io pago) al<strong>la</strong> finale <strong>per</strong>sonalizzazione del comportamento<br />

e dei significati.<br />

l’affermazione del<strong>la</strong> “pulizia” sembra ancorare ancor più <strong>il</strong> concetto del<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità<br />

all’intimo vissuto <strong>per</strong>sonale.<br />

infine s. l. accenna consapevolmente (e non in modo strumentale al<strong>la</strong> conferma<br />

dell’interlocutore) al fatto di considerare l’iter penale come un “aiuto” offerto da parte<br />

del Giudice.<br />

egli ritorna all’es<strong>per</strong>ienza del<strong>la</strong> droga, descrivendo<strong>la</strong> come centrale del suo assetto<br />

passato e rispetto ad essa nutre ancora preoccupazioni e formu<strong>la</strong> richieste di aiuto<br />

(a margine di questa considerazione si segna<strong>la</strong> come s. l. abbia richiesto di restare in<br />

Comunità anche dopo <strong>la</strong> scadenza dei termini fissata dal<strong>la</strong> misura del collocamento<br />

in comunità – art. 21 d.p.r. 448/88 – <strong>per</strong> realizzare un progetto di “sospensione del<br />

processo e messa al<strong>la</strong> prova” – art. 28 d.p.r. 448/88).<br />

secondo <strong>la</strong> prospettiva educativa, <strong>il</strong> soggetto è l’unico che può ritrovare, nel<br />

<strong>per</strong>sonale processo di trasformazione, le coordinate che hanno dettato <strong>il</strong> cambiamento<br />

e attribuirne anche <strong>il</strong> senso.<br />

Questa possib<strong>il</strong>ità formativa non direttiva apre al<strong>la</strong> sco<strong>per</strong>ta dell’opportunità di<br />

vivere <strong>il</strong> “tempo presente” in chiave evolutiva, consapevole dei cambiamenti già realizzati<br />

ed ancora possib<strong>il</strong>i.<br />

<strong>per</strong> questo, ogni racconto di se va inteso soprattutto come strumento <strong>per</strong> l’e<strong>la</strong>borazione-costruzione<br />

(nel tempo) dell’identità <strong>per</strong>sonale. <strong>il</strong> racconto dell’es<strong>per</strong>ienza<br />

è dunque, da un <strong>la</strong>to organizzazione e formalizzazione dell’identità vissuta, dall’altro<br />

base di raccolta e organizzazione di ingredienti costitutivi dell’immagine di sé, capaci di<br />

“essere strumenti del<strong>la</strong> negoziazione intersoggettiva e del<strong>la</strong> presentazione condivisib<strong>il</strong>e<br />

di ciò che ciascuno cerca di essere <strong>per</strong> sé e <strong>per</strong> gli altri”.<br />

ogni racconto è infatti presentazione di sé e ricerca di sé in uno spazio/tempo<br />

re<strong>la</strong>zionale: tutto ciò si traduce in sco<strong>per</strong>ta e st<strong>il</strong>e di vita (e <strong>il</strong> racconto di se e<strong>la</strong>borato<br />

dal s. l. lo rive<strong>la</strong> chiaramente) in risorsa su cui investire.<br />

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