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Dossier<br />

<strong>per</strong> <strong>il</strong> livello ontologico, in base al quale si tenta di definire <strong>la</strong> natura del<strong>la</strong> realtà che<br />

si sta indagando, <strong>il</strong> focus è stato <strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova <strong>per</strong> come viene costruita secondo <strong>il</strong><br />

punto di vista degli o<strong>per</strong>atori e secondo <strong>la</strong> loro es<strong>per</strong>ienza applicativa diretta. in partico<strong>la</strong>re,<br />

<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova come processo decisionale cui concorrono, in momenti diversi,<br />

diversi attori.<br />

Il livello epistemologico o dell’indagine critica rispetto al <strong>per</strong>corso conoscitivo in<br />

atto, è stato assicurato mantenendo una costante problematizzazione su ciò che dello<br />

strumento già si conosce: se si può conoscere a partire dalle prassi, occorre anche sa<strong>per</strong><br />

“destrutturare” tali conoscenze, <strong>per</strong> evitare schemi standard e routinari. in tal senso,<br />

come gruppo di ricerca siamo stati disposti ad immergerci nell’incertezza, attuando<br />

un’altra rinuncia, quel<strong>la</strong> all’immaginario del<strong>la</strong> pienezza, come convinzione di possedere<br />

sa<strong>per</strong>i solidi ed esaurienti, ed un re<strong>per</strong>torio di conoscenze oggettive e strumenti di intervento<br />

efficaci. 1<br />

su questo versante <strong>il</strong> gruppo di ricerca ha proceduto accettando <strong>la</strong> parzialità dei<br />

punti di vista di ognuno, aprendo spazi di confronto e scambio con <strong>la</strong> finalità di una<br />

convalida intersoggettiva (rorty, 1979) e coinvolgendo gli o<strong>per</strong>atori dei servizi come “testimoni<br />

priv<strong>il</strong>egiati”. adottando <strong>il</strong> paradigma del<strong>la</strong> complessità, e come tale del<strong>la</strong> parzialità<br />

delle conoscenze possedute, <strong>il</strong> gruppo, dunque, non ha voluto indagare andando a<br />

ricercare ciò che mancava al raggiungimento di un presunto modello di <strong>per</strong>fezione, ma<br />

ha ut<strong>il</strong>izzato un approccio di tipo incrementale che, proprio a partire da ciò che già esiste,<br />

intende in esso introdurre gli aspetti migliorativi che man mano vengono individuati.<br />

attraverso <strong>il</strong> livello metodologico, cioè del “conoscere come, cosa e <strong>per</strong> cosa”, abbiamo<br />

potuto delimitare <strong>il</strong> campo d’indagine sul<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova, definendo l’identità<br />

del<strong>la</strong> ricerca stessa.<br />

<strong>la</strong> ricerca, situata dentro i contesti, è stata organizzata nel senso del<strong>la</strong> continuità,<br />

e strutturata in modo partecipativo 2 .<br />

i livelli di partecipazione hanno marcato momenti diversi del <strong>per</strong>corso: in fase di<br />

progettazione, come staff al<strong>la</strong>rgato, con o<strong>per</strong>atori coinvolti nel<strong>la</strong> valutazione dei criteri<br />

adottati <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca; in fase di presentazione del progetto di ricerca, <strong>per</strong> consolidare <strong>la</strong><br />

col<strong>la</strong>borazione con i servizi; durante <strong>il</strong> tempo del<strong>la</strong> ricerca, dentro i differenti contesti, <strong>per</strong><br />

cogliere <strong>per</strong>cezioni, conoscenze, prassi dagli o<strong>per</strong>atori, attori degli interventi educativi<br />

attorno al<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova; in fase di restituzione finale nei diversi territori, <strong>per</strong> mettere<br />

a fuoco <strong>la</strong> produttività del<strong>la</strong> ricerca in termini di attivazione attorno ad aree di problema<br />

e <strong>per</strong> comporre l’esigenza del conoscere con quel<strong>la</strong> dell’agire.<br />

<strong>il</strong> metodo è stato una “strada empirica”, dentro l’es<strong>per</strong>ienza, con dati di conoscenza<br />

che, arrivando dal<strong>la</strong> realtà o<strong>per</strong>ativa, ci sollecitavano altre domande: come conoscere?,<br />

cioè con quali concreti strumenti di ricerca? Cosa conoscere, cioè quali aspetti<br />

r<strong>il</strong>evanti del<strong>la</strong> messa al<strong>la</strong> prova ci attendevamo di conoscere? Per che cosa conoscere?<br />

Cioè, era possib<strong>il</strong>e conoscere <strong>per</strong> intervenire, <strong>per</strong> modu<strong>la</strong>re meglio gli interventi? era<br />

abele.<br />

1 Manoukian F., re/immaginare <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro sociale, animazione sociale, supplemento del nr 1, 2005, Gruppo<br />

2 situazione, continuità, e interazione, che secondo dewey sono necessari <strong>per</strong> costruire dei <strong>per</strong>corsi educativi,<br />

vengono qui ut<strong>il</strong>izzati come riferimenti fondanti l’identità del<strong>la</strong> ricerca.<br />

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