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"L'Eneide",

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ed a guerra infiammò gli animi agresti.<br />

Bellissimo era e di gran corna un cervo,<br />

cui di Tirro i figliuoli avean rapito<br />

da la poppa materna e il nutrian essi<br />

e Tirro pur, ch'è degli armenti regi<br />

e di largo terren capo e custode.<br />

Mansüefatto Silvia la sorella<br />

con ogni cura ornavalo tessendo<br />

a le corna ghirlande e il pettinava<br />

e lavava a la limpida sorgente.<br />

Quello, dolce a la mano e de' padroni<br />

uso a la mensa, errava per le selve,<br />

poi da sé stesso a la sua nota casa,<br />

quantunque a tarda notte, ritornava.<br />

Lui lungi errante le agognanti cagne<br />

di Giulo impaurirono, nel mentre<br />

che giú fluía secondo la corrente<br />

a temperar sul verde greto il caldo.<br />

Desso Ascanio, allettato a sí bel colpo,<br />

gli dirizzò dal curvo arco uno strale;<br />

né il dio non l'assisté, sí che fallisse,<br />

ma sibilando la saetta venne<br />

per il ventre a passarlo e per i fianchi.<br />

Ferito rifuggí dentro il recinto<br />

il silvestro ed entrò gemendo al chiuso,<br />

e sanguinando tutte di lamento<br />

le case riempía com'un che implora.<br />

Prima Silvia sorella, percotendo

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