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"L'Eneide",

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mi pagherai per ambedue", prorompe,<br />

e con la spada sguainata andava<br />

contro Eurialo. Allora esterrefatto,<br />

folle Niso dà un urlo, e ascoso in ombra<br />

piú star non sa né sí gran duol patire.<br />

"Me, me! qui sono, io fui: contro me l'armi,<br />

Rutuli! tutta questa trama è mia:<br />

nulla osò questi e nol potea, lo giuro<br />

a questo cielo e a le veggenti stelle;<br />

sol che amò troppo l'infelice amico".<br />

Cosí diceva; ma il fendente sceso<br />

passò le coste e il bianco petto ruppe.<br />

Cade Eurialo morente, e per le belle<br />

membra va il sangue, e su l'omero cade<br />

abbandonata la cervice: come<br />

purpureo fior ch'è raso da l'aratro<br />

languido smuore, o sopra il collo stanco<br />

i papaveri piegano la testa,<br />

quando li preme il peso de la pioggia.<br />

Ma Niso balza in mezzo a tutti, e solo<br />

vuol fra tutti Volcente e in lui s'appunta.<br />

D'ogn'intorno lo serrano i nemici<br />

intesi a ributtarlo. Egli non meno<br />

incalza e ruota la fulminea spada,<br />

fin che in bocca del Rutulo gridante<br />

la mise ed a lui diè morendo morte.<br />

Poi pien di colpi si lasciò cadere<br />

su l'esanime amico, e finalmente

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