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"L'Eneide",

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Ecco, al micidïal Pirro davanti,<br />

un de' figli di Priamo, Polite,<br />

tra l'armi, tra' nemici per i lunghi<br />

portici fugge e i vuoti atrii percorre<br />

ferito. Lui col mortal colpo insegue<br />

Pirro a furia, già già con man lo afferra,<br />

con l'asta il tocca. Come alfin davanti<br />

agli occhi e a' volti riuscí de' suoi,<br />

cadde e la vita con gran sangue effuse.<br />

Priamo allor, quantunque in braccio a morte,<br />

sé non contenne né la voce e l'ira:<br />

- Ma te, grida, per tanta infamia audace<br />

gli Dei, s'è in ciel pietà che di ciò curi,<br />

ripaghin degnamente e ti dian premio<br />

debito, che veder morire un figlio<br />

m'hai fatto e di morte hai contaminato<br />

la paterna presenza. Oh non già quello,<br />

di cui figliuolo ti mentisci, Achille<br />

verso il nemico Priamo fu tale:<br />

ma i diritti del supplice e la fede<br />

riverí, rese a seppellir la salma<br />

d'Ettore e rimandò me nel mio regno -.<br />

Ciò disse e imbelle senza colpo un dardo<br />

il veglio trasse, dal ronzante bronzo<br />

subito rintuzzato e penzolante<br />

in van da l'alto centro de lo scudo.<br />

Pirro a lui: - Ciò riferirai tu dunque<br />

e n'andrai nunzio al genitor Pelide:

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