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"L'Eneide",

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tra i sacri fuochi nel devoto rito<br />

non t'apparisca e il buono augurio turbi.<br />

Questa norma solenne i tuoi compagni,<br />

questa tu serba e in cerimonia tale<br />

illibati perdurino i nepoti.<br />

Indi partito, come t'abbia il vento<br />

a la Sicilia fatto presso e il varco<br />

de l'angusto Peloro ti traluca,<br />

tieni i lidi a sinistra e l'onda in ampio<br />

giro; da destra sfuggi terra e mare.<br />

Que' luoghi un dí per vïolenta e vasta<br />

rovina (cosí grande mutamento<br />

può far la lunga vetustà degli anni),<br />

è fama, si staccarono; tutt'una<br />

erano le due terre; il mare a forza<br />

s'insinüò, dal siculo l'esperio<br />

lato spiccando, e tra i disgiunti campi<br />

e le città con breve gorgo scorse.<br />

Il destro lato Scilla tien, spietata<br />

il sinistro Cariddi e vorticosa<br />

trae giú tre volte e inghiotte i vasti flutti<br />

ed a vicenda poi fuor li rimanda<br />

flagellandone il ciel. Una spelonca<br />

ne le tenebre sue racchiude Scilla<br />

che s'affaccia agli scogli e i legni attira.<br />

Ha volto umano e bel virgineo busto<br />

fino all'alvo: gran mostro è il resto, e code<br />

ha di delfini ad un ventre di lupi.

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