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"L'Eneide",

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"Fermi! chi siete? qual cagion vi mosse?<br />

e dove andate?". Quelli invece muti,<br />

dileguando tra gli alberi e la notte.<br />

Pigliano i cavalieri i noti sbocchi<br />

e tutti li coronano di guardia.<br />

Irto di pruni il bosco e d'elci nere<br />

s'allargava selvatico e sterposo:<br />

raro lucea sentier pe' calli ascosi.<br />

L'ombra de' rami e il peso de la preda<br />

impediscono Eurialo, e lo trae<br />

lo sgomento di via. Niso precorre:<br />

e già, senza pensare, oltre i nemici<br />

passava e i luoghi che dal monte d'Alba<br />

furono poi chiamati Albani, allora<br />

li possedea selvaggi il re Latino;<br />

quando ristette a riguardare invano<br />

l'amico che non v'era. "Ah dove, o mio<br />

povero Eurialo, ti lasciai? per dove<br />

ti cercherò, tra le sue spire indietro<br />

ripercorrendo la fallace selva?"<br />

E s'è rivolto già su l'orme sue<br />

e tra' pruneti taciti s'aggira.<br />

Lo scalpito e lo strepito ed i segni<br />

ode de l'inseguir: né molto indugia<br />

che a l'orecchio gli giungono le grida<br />

e vede Eurialo cui la torma intiera<br />

impetuosa dal notturno agguato<br />

ha sopraffatto ed ei rilutta indarno.

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