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TESI DI LAUREA in Economia Civile VOICE OR - Aiccon

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All’orig<strong>in</strong>e dell’<strong>in</strong>troduzione di questa trasformazione vi è l’idea che gli eletti sono<br />

disponibili, con sempre maggiore frequenza, ad ascoltare i cittad<strong>in</strong>i, ma senza<br />

compartire il potere decisionale.<br />

La legge sulla democrazia di prossimità <strong>in</strong>trodusse sostanzialmente due strumenti di<br />

partecipazione: i Consigli di Quartiere e i Fondi di Quartiere (Allegretti, Herzberg,<br />

2004).<br />

I primi vennero <strong>in</strong>trodotti obbligatoriamente <strong>in</strong> tutte le città con oltre 80.000 abitanti;<br />

nonostante questo sia uno strumento che riconosce un grado di partecipazione alle scelte<br />

che propone soluzioni e punti di vista diversi dalla volontà delle autorità locali, tuttavia,<br />

nella maggioranza dei casi, il suo ruolo resta meramente consultivo. Al Consiglio di<br />

Quartiere partecipano il S<strong>in</strong>daco, i consigliere eletti, gli abitanti o alcuni rappresentanti<br />

dell’associazionismo; i temi sono per lo più micro-locali e riguardano la gestione del<br />

quartiere – trasporti, urbanistica, sicurezza, spazi pubblici, ecc.<br />

L’altro strumento di partecipazione è costituito dai Fondi di Quartiere (o “portafogli<br />

di quartiere”) che hanno <strong>in</strong>trodotto delle forme di democrazia diretta su scala micro-<br />

locale. I cittad<strong>in</strong>i, riuniti <strong>in</strong> assemblee aperte o attraverso riunioni di rappresentanti<br />

nom<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> maniera diversa, possono decidere su un quantitativo di denaro dest<strong>in</strong>ato ad<br />

<strong>in</strong>vestimenti <strong>in</strong>frastrutturali o a dei progetti locali.<br />

Negli ultimi anni grazie al Fondo di Partecipazione degli Abitanti (FPH), le<br />

esperienze sono passate da qualche dec<strong>in</strong>a ad alcune cent<strong>in</strong>aia <strong>in</strong> tutto il paese.<br />

In Francia, la struttura del bilancio partecipativo permette forme di deliberazione<br />

dove il potere decisionale è condiviso tra i cittad<strong>in</strong>i e la municipalità, grazie ad<br />

organismi di rappresentanza che riuniscono un numero ridotto di partecipanti delegati<br />

per approfondire e dettagliare argomenti e richieste <strong>in</strong>dicati <strong>in</strong> assemblee più ampie.<br />

Il problema di fondo riscontrato <strong>in</strong> Francia è, però, che spesso non si ha ben chiaro a<br />

che cosa si partecipa. Secondo il professore universitario francese Rémy Lefebvre<br />

(Ardizzoni, 2008), gli obiettivi che ci si propone di raggiungere attraverso questa nuova<br />

tecnica di co<strong>in</strong>volgimento sono – nell’ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong> cui vengono perseguiti– pr<strong>in</strong>cipalmente<br />

quattro:<br />

a. manageriale: miglioramento della gestione urbana, costruzione di<br />

un’accettabilità sociale, modernizzazione dei servizi pubblici;<br />

b. sociale: partecipazione come progetto di co<strong>in</strong>volgimento della società;<br />

c. politico;<br />

d. di democratizzazione.<br />

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