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TESI DI LAUREA in Economia Civile VOICE OR - Aiccon

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Tuttavia, il fatto che esista un riconoscimento legislativo dell’importanza dell’agire<br />

del cittad<strong>in</strong>o attivo nell’<strong>in</strong>teresse di tutti è già <strong>in</strong>discutibilmente un passo <strong>in</strong> avanti<br />

rispetto al passato.<br />

Ciò nonostante, ricollegandosi al pensiero di Teubner <strong>in</strong> merito alla<br />

costituzionalizzazione del civile (2005), non si può considerare esaustivo quanto<br />

previsto f<strong>in</strong>ora dall’apparato giuridico relativamente alle OSC: <strong>in</strong>tendo dire che se, da<br />

una parte, è vero che è stata riconosciuta la possibilità a queste organizzazioni di<br />

nascere ed ai cittad<strong>in</strong>i, attraverso l’art. 118 della Costituzione, è dato supporto <strong>in</strong> questo<br />

senso, d’altra parte, <strong>in</strong>vece, non sono ancora state implementate delle pratiche tali da<br />

poter consentire alle diverse espressioni della società civile organizzata di avere accesso<br />

ai luoghi della decisione pubblica, facendo così <strong>in</strong> modo, ancora una volta, di porre lo<br />

Stato su quel “piedistallo giuridico” che è ormai anacronistico.<br />

Teubner suggerisce <strong>in</strong> questo senso una rivisitazione delle fonti del diritto, spostando<br />

il focus della questione da una modalità gerarchica ad una eterarchica, <strong>in</strong> cui si sottol<strong>in</strong>ei<br />

la dist<strong>in</strong>zione tra il centro e la periferia della produzione normativa.<br />

Questo perché non si può più considerare il diritto come il prodotto normativo di uno<br />

Stato-nazione e la ragione di ciò è da ricercare proprio nel concetto di<br />

“globalizzazione”.<br />

Questo fenomeno poliedrico (vedi supra par. 2.1 e ss.) implica l’esigenza di uno<br />

spostamento dell’oggetto del diritto verso la periferia dello Stato-nazione: le sfere<br />

sociali globalizzate.<br />

La sfida è quella di costituzionalizzare il civile senza appesantire questi soggetti di<br />

formalità, fatto che limiterebbe la loro operatività. Si tratta, perciò, di mantenere il<br />

d<strong>in</strong>amismo della società civile, attraverso il pluralismo dei sottosistemi globali sociali.<br />

Invece, la situazione <strong>in</strong> cui ci si trova ancora oggi è quella di “riconoscimento senza<br />

rappresentanza”, se così si può dire, nel senso che il sistema dicotomico Stato-mercato<br />

riconosce l’esistenza di questi soggetti, senza però porre <strong>in</strong> essere degli spazi di<br />

confronto, nonché di reciproco controllo, con essi.<br />

Anche <strong>in</strong> un’ottica di collaborazione tra dimensione del pubblico e dimensione del<br />

privato sociale per la realizzazione di un Welfare Mix <strong>in</strong> sostituzione del concetto –<br />

ormai da lungo tempo <strong>in</strong> crisi di Welfare State – non è possibile ignorare la necessità di<br />

porre <strong>in</strong> essere un modello di rappresentanza delle realtà e delle esigenze che nascono<br />

all’<strong>in</strong>terno delle OSC: un modello che trova nella sua essenza deliberativa la possibilità<br />

di giungere ad un confronto e all’ottenimento delle conseguenti decisioni.<br />

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