TESI DI LAUREA in Economia Civile VOICE OR - Aiccon
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tutte le situazioni, tuttavia, esiste il rovescio della medaglia, cioè esistono dei potenziali<br />
ostacoli che potrebbero m<strong>in</strong>are la “collaborazione” tra le ICT e la democrazia (Lusoli,<br />
2005).<br />
Il primo impedimento consiste nella volontà e capacità dei tradizionali mediatori –<br />
partiti, parlamenti e s<strong>in</strong>dacati – di riformare le strutture di rappresentanza politica per<br />
accomodare le nuove tecnologie, al f<strong>in</strong>e di favorire l’emergere di nuovi modelli di<br />
cittad<strong>in</strong>anza. Infatti, <strong>in</strong> generale, l’offerta di opportunità di partecipazione digitale<br />
rimane ad oggi limitata, specialmente <strong>in</strong> relazione alla notevole recente evoluzione di<br />
Internet, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di audience ed accessibilità.<br />
Un secondo ostacolo è rappresentato dalla volontà e dalla capacità dei cittad<strong>in</strong>i di<br />
partecipare elettronicamente. Per quanto riguarda la volontà, la maggior parte degli<br />
studi sulla partecipazione politica <strong>in</strong> rete dimostra, <strong>in</strong> modo persuasivo, che soltanto una<br />
piccola m<strong>in</strong>oranza di utenti è co<strong>in</strong>volta <strong>in</strong> un numero limitato di attività politiche. Per<br />
quanto concerne la capacità di partecipare, è forse più preoccupante che questa<br />
m<strong>in</strong>oranza provenga da determ<strong>in</strong>ate sezioni della società – uom<strong>in</strong>i, con educazione<br />
universitaria, provenienti da ceti sociali medio-alti, con significativi livelli di <strong>in</strong>teresse<br />
politico – <strong>in</strong> particolare coloro che già partecipano <strong>in</strong> varie attività politiche.<br />
Posto che esistono dei limiti attuali alla possibilità di utilizzo ottimale delle ICT<br />
applicate alla diffusione della partecipazione democratica, giudico fondamentale il ruolo<br />
ricoperto da Internet e dagli strumenti derivanti dalla terza rivoluzione <strong>in</strong>dustriale per<br />
poter diffondere una “cultura del dialogo”, sia nel mondo virtuale sia del mondo reale.<br />
Nonostante i regimi dittatoriali (si pensi al caso della C<strong>in</strong>a – vedi supra par. 3.4.4)<br />
riescano comunque ad avere potere anche su quello che viene proclamato il pr<strong>in</strong>cipale<br />
strumento di comunicazione democratico, il potenziale di Internet come mezzo di<br />
diffusione di <strong>in</strong>formazioni relative alla realtà dei fatti (e che qu<strong>in</strong>di permettono alla<br />
persona di ampliare la propria conoscenza <strong>in</strong> merito a diverse tematiche), nonché come<br />
mezzo di <strong>in</strong>formazione delle pr<strong>in</strong>cipali attività partecipative del proprio territorio e<br />
come luogo di dialogo, di scambio di op<strong>in</strong>ioni e di sondaggi tematici, è assolutamente<br />
<strong>in</strong>discutibile.<br />
Le pubbliche amm<strong>in</strong>istrazioni dovrebbero <strong>in</strong>vestire maggiormente sulle ICT, sia <strong>in</strong><br />
generale – e-government – (i dati relativi all’implementazione delle tecnologie<br />
<strong>in</strong>formatiche negli uffici delle amm<strong>in</strong>istrazioni pubbliche sono decisamente<br />
sconfortanti), sia per la parte strettamente relativa alla partecipazione democratica dei<br />
cittad<strong>in</strong>i.<br />
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