TESI DI LAUREA in Economia Civile VOICE OR - Aiccon
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1.3 Il paradigma dell’homo oeconomicus: <strong>in</strong>dividualismo ed utilitarismo<br />
1.3.1 Il mutamento del pensiero economico-filosofico<br />
La diffusione e l’affermazione dell’economia e, più <strong>in</strong> generale, del sistema<br />
capitalistico è imputabile, oltre che ad un mutamento della struttura produttiva, anche ad<br />
un profondo mutamento del pensiero filosofico di quei tempi.<br />
Thomas Hobbes (1588-1679), nella sua opera “Leviatano” (1651), partiva<br />
dall’assunto che gli uom<strong>in</strong>i fossero per natura egoisti e possedessero una spiccata<br />
razionalità, attraverso cui davano vita al proprio agire.<br />
Secondo Hobbes, a causa della scarsa disponibilità dei beni, gli uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong>gaggiano<br />
una guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes), poiché “homo hom<strong>in</strong>i<br />
lupus”, cioè l'uomo è un “lupo divoratore” di ogni altro uomo.<br />
Per queste motivazioni, gli uom<strong>in</strong>i tendono a stipulare un contratto sociale, cioè si<br />
spogliano delle loro libertà per attribuirle allo Stato (o meglio il “Sovrano”), il c.d.<br />
Leviatano, il quale assume il compito di regolare gli avvenimenti (Zamagni, 2007a).<br />
In questo modo:<br />
a. l’autorità del sovrano viene dal basso – attraverso il contratto sociale – poiché i<br />
cittad<strong>in</strong>i sono consapevoli che altrimenti farebbero prevalere la loro peculiare<br />
“uccidibilità” generalizzata (Bruni, Zamagni, 2004);<br />
b. solo il cittad<strong>in</strong>o che ha capacità di contrattare ha libertà di esprimere e<br />
realizzare i propri diritti.<br />
La natura dell’uomo, pertanto, sembra non essere favorevole all’essere sociale <strong>in</strong><br />
modo spontaneo, quanto, <strong>in</strong>vece, è predisposta ad essere governata dall’esterno.<br />
F<strong>in</strong>o alla metà del XVIII secolo, le discipl<strong>in</strong>e dell’economia e dell’etica facevano<br />
parte della stessa dottr<strong>in</strong>a, la filosofia morale, che <strong>in</strong>corporava l’<strong>in</strong>sieme delle scienze<br />
umane e non naturali, le quali <strong>in</strong>vece rientravano nella c.d. filosofia naturale.<br />
La separazione tra discorso economico e riflessione morale si fa risalire alla stesura<br />
da parte di Bernard de Mandeville (1670-1733) del poema satirico-allegorico dal titolo<br />
“Fable of the Bees: private vices, public benefits” (“La favola delle api: vizi privati,<br />
benefici pubblici”, 1714): <strong>in</strong> esso si sostiene che il bene pubblico derivi dai vizi privati<br />
(il lusso, la vanità, la superbia e l’<strong>in</strong>vidia) ovvero che l’<strong>in</strong>teresse egoistico degli<br />
<strong>in</strong>dividui – rappresentati dalle api dell’alveare – possa portare al maggior beneficio<br />
pubblico possibile.<br />
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