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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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Tischlbongara piachlan<br />

IL CARNEVALE NEI PAESI DI TIMAU E CLEULIS<br />

• carnevale al mio paese •<br />

Anche a Cleulis e a Timau, dopo l’Epifania, veniva l’ora di fare festa.<br />

Dopo un anno di lavoro, di risparmi, si mettevano <strong>in</strong> parte le preoccupazioni e ci si<br />

dava alle feste mangiando e bevendo a dismisura.<br />

Era arrivato il momento <strong>in</strong> cui era possibile trasgredire, fare tutto quello che durante<br />

l’anno non era permesso.<br />

Uno dei divertimenti era quello di vestirsi da donna per gli uom<strong>in</strong>i, e da uomo per le<br />

donne, e fare, così mascherati, quattro salti al suono della fisarmonica.<br />

In maschera si andava quasi tutti i pomeriggi, esclusi il martedì e il venerdì, <strong>in</strong><br />

particolare, il giovedì grasso e l’ultimo di Carnevale, con <strong>in</strong>izio all’Epifania.<br />

La f<strong>in</strong>e del Carnevale era annunciata dal falò sul quale veniva bruciato un fantoccio,<br />

(realizzato con foglie secche racchiuse <strong>in</strong> sacchi di juta) che, sotto aspetto umano,<br />

ne decretava fisicamente la morte.<br />

Mentre si levavano alte le fiamme, le maschere, disposte <strong>in</strong> cerchio, gridavano:<br />

Dar vosch<strong>in</strong>g is schtoarm!!! Oarmar vosch<strong>in</strong>g!!!<br />

• Cleulis - Cleulas - Chlalach •<br />

Le maschere tradizionali presenti nel paese erano quelle del “sampogn e i mascars”.<br />

Il mascar poteva essere vestito “da biel” o “da brut”; il primo <strong>in</strong>dossava abiti<br />

femm<strong>in</strong>ili presi <strong>in</strong> prestito dalle mamme o dalle sorelle (il cas - larga gonna arricciata<br />

<strong>in</strong> vita e ornata da tele colorate, <strong>in</strong> testa un cappello che tratteneva un fazzoletto<br />

colorato con frange - p<strong>in</strong>ies).<br />

Di preferenza erano i giovani che si aggh<strong>in</strong>davano <strong>in</strong> questo modo; tenevano particolarmente<br />

ad <strong>in</strong>dossare lunghi mutandoni abbelliti da pizzi manufatti - punt<strong>in</strong>es che<br />

facevano volentieri ammirare alzando le gonne. Il volto doveva essere rigorosamente<br />

coperto da un fazzoletto trattenuto dal cappello: solamente quando lo voleva la maschera,<br />

esso poteva essere sollevato per farsi riconoscere, <strong>in</strong> genere, dalle ragazze<br />

corteggiate.<br />

Ai piedi calzavano gli scarpets più nuovi e le mani erano ricoperte da guanti bianchi<br />

perché attraverso le mani la persona poteva essere riconosciuta.<br />

Visitavano le case del paese ma si trattenevano più a lungo solamente dove vi<br />

fossero ragazze da marito, accompagnati dal suono allegro della armonica a bocca o<br />

della fisarmonica, dopo averne chiesto il permesso e distorcevano la voce per non<br />

farsi riconoscere.<br />

F<strong>in</strong>o a c<strong>in</strong>quanta anni fa circa, erano solo gli uom<strong>in</strong>i a mascherarsi, poiché se una<br />

donna lo avesse fatto sarebbe stata giudicata negativamente dalla comunità; la loro<br />

partecipazione al Carnevale è dunque relativamente recente.<br />

La maschera da brut <strong>in</strong>dossava vestiti logori dove dom<strong>in</strong>ava il colore nero; il cap-<br />

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