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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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JULIUS POCK<br />

trovai trattamento conveniente e buon letto a mite prezzo.<br />

La matt<strong>in</strong>a per tempo lasciai Timau per rivolgere i miei passi verso le montagne di<br />

Sauris ed ivi visitare quella popolazione di orig<strong>in</strong>e tedesca. Veramente il tratto di via<br />

per giungere colà non era breve. Presto ebbi alle spalle l’ultima casa, una bettola con<br />

un’<strong>in</strong>segna mezzo <strong>in</strong> italiano e mezzo <strong>in</strong> tedesco: “Osteria zum Moser”. Mi recai<br />

qu<strong>in</strong>di a visitare il cimitero, posto a s<strong>in</strong>istra <strong>in</strong> luogo elevato, colla speranza di trovar<br />

forse iscrizioni tedesche; ma devo dire che non vidi mai un camposanto più abbandonato,<br />

tanto che ne uscii ben poco soddisfatto. D’<strong>in</strong>di <strong>in</strong> poi il rio si chiama But, o,<br />

senz’altro, Fiume, e la valle Val di San Pietro; il fondo di essa, <strong>in</strong> tutta quanta la sua<br />

estensione, f<strong>in</strong>o giù per largo tratto sotto Paluzza, è un mal<strong>in</strong>conico deserto di pietre.<br />

Per istrada <strong>in</strong>contrai una processione di gente, che, sotto la guida di parecchi sacerdoti,<br />

andava a Timau. Dalla schiera degli uom<strong>in</strong>i mi fu augurato amichevolmente <strong>in</strong> tedesco<br />

più di un “buon giorno”. A s<strong>in</strong>istra, prima che la strada pieghi nell’<strong>in</strong>senatura del<br />

torrente Pontaiba, sopra un masso sporgente trovasi un’arcigna torre vedetta, quadrangolare,<br />

che io visitai ma che non offre nulla di notevole all’<strong>in</strong>fuori di una bella vista<br />

dei contorni. Alle otto e mezzo, giunsi nell’importante villaggio di Paluzza (602 m.), mi<br />

fermai un poco per far colazione nell’osteria di Antonio Urban - il quale parla tedesco<br />

- di fronte alla posta. Qu<strong>in</strong>di procedetti per la valle spaventevolmente desolata, passando<br />

i magri fili d’acqua sopra tavole traballanti e dirigendomi verso Cercivento <strong>in</strong>feriore<br />

e superiore, posti con grazia all’imboccatura della Val Calda, ed arrivai colà alle<br />

dieci. La penultima casa a destra sulla strada era un’osteria, e il padrone di essa, che<br />

era occupato nell’imbiancarla, m’<strong>in</strong>vitò <strong>in</strong> tedesco a riposarmi, <strong>in</strong>vito che accettai tosto;<br />

e discorremmo <strong>in</strong>sieme una mezz’ora.<br />

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Quaderni di <strong>cultura</strong> <strong>timavese</strong>

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