Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul
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ANGELO ARBOIT<br />
Il primo villaggio che <strong>in</strong>contrammo di là dal Bût, è Cercivento 5 che stà di riscontro<br />
a Paluzza ed a Suttrio, quasi vertice d’angolo retto.<br />
- Che c’è di bello a Suttrio 6 ? chiesi alla donna.<br />
- Due o tre case, mi rispose.<br />
- C’è qualche persona di proposito?<br />
- Ve n’ha qualcheduna, signore, ma io non conosco che il medico Moro che è<br />
veramente una persona di sesto.<br />
- E’ medico del comune?<br />
- E’ medico di quattro comuni, e lo chiamano eziandio medico distrettuale. E’<br />
dist<strong>in</strong>to nella sua professione.<br />
Sopra il primo Cercivento ve n’ha un altro che si chiama Cercivento di sopra. I due<br />
paeselli sono distesi ai piedi di amenissimi poggi, <strong>in</strong> faccia al sole di mezzogiorno, difesi<br />
alle spalle dalle montagne contro i venti nocivi. Tutta l’apertura della valle sembra<br />
fatta a loro vantaggio; sicchè allignano <strong>in</strong> quella plaga alberi fruttiferi <strong>in</strong> grande abbondanza<br />
che ho veduto piegarsi sotto il peso di bellissime frutta. Vi si veggono sopra tutto<br />
noci mele e pere, <strong>in</strong> copia straord<strong>in</strong>aria. Questo per postura e fertilità è il miglior sito<br />
della valle di S. Pietro. E’ probabilmente f<strong>in</strong>o a Cercivento di sopra che si sarebbe<br />
estesa la città concepita da Raimondo della Torre.<br />
Quel patriarca aveva buon naso.<br />
Dopo due ore di salita si giunse a Ravascletto capoluogo del comune che volgarmente<br />
si chiama di Monàio 7 .<br />
Chi ha dato il nome di Val Calda a questo passaggio em<strong>in</strong>ente che dal canale del<br />
Bût mette <strong>in</strong> quello del Degano, deve essere stato un uomo faceto, e che non pensava<br />
punto al pentametro di Ovidio:<br />
“Conveniunt rebus nom<strong>in</strong>a saepe suis » ; giacchè difficilmente si può trovare<br />
una plaga verde e fresca come questa.<br />
Appena arrivato nel villaggio, domandai d’un prete, del quale avevo sentito dire<br />
mirabilia. Era un maestro notissimo a tutti, Prè Mart<strong>in</strong>o de Crignis. Mi fu detto, che,<br />
essendo festa, era occupato nel dar lezione a’ suoi discepoli. Mi recai tosto alla scuola<br />
col desiderio di conoscerlo, e pregai una donna che sembrava la padrona di casa a<br />
volermigli annunziare. Dopo alquanti m<strong>in</strong>uti Prè Mart<strong>in</strong>o scese la scala e venne sulla<br />
porta di strada, dove m’avevano fatto fermare. I pochi istanti ch’ei s’<strong>in</strong>trattenne con<br />
me pareva <strong>in</strong>quieto e desideroso di tornarsene a’ suoi scolari. Io non sapeva comprendere<br />
la cagione di quell’imbarazzo che somigliava a timore, quando udii nella stanza di<br />
sopra una specie di mormorio prolungato che aveva l’aria d’una energica disapprovazione.<br />
Per la qual cosa volevo salutarlo e partire. Egli però, sebbene cont<strong>in</strong>uasse a<br />
mostrarsi <strong>in</strong>quieto:<br />
- Vada, mi disse, nella vic<strong>in</strong>a osteria: la raggiungerò fra un quarto d’ora.<br />
Aveva appena f<strong>in</strong>ito di parlare che un giovane sacerdote venne abbasso, e con<br />
piglio di malcontento:<br />
- Non s’ha da lasciar piantati tanti per un forestiero, gli fece, squadrandomi.<br />
Prè Mart<strong>in</strong>o non fiatò, e lo seguì.<br />
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Quaderni di <strong>cultura</strong> <strong>timavese</strong>