Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul
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MEMORIE DELLA CARNIA<br />
Tutti gli animali <strong>in</strong>digeni della Carnia, tranne i domestici, vi figurano, compresi i<br />
volatili e i lepidopteri. Tu li vedi bene imbalsamati, <strong>in</strong> bell’ord<strong>in</strong>e, e disposti quasi <strong>in</strong><br />
azione di vita, dal camoscio f<strong>in</strong>o al piccolo topo, dal falco reale f<strong>in</strong>o all’ultimo degli<br />
aligeri. Io non pensava che tanta varietà e ricchezza zoologica nutrissero le nostre<br />
terre, e mi sorprese più di tutto la vista dei zibell<strong>in</strong>i e degli ermell<strong>in</strong>i, la cui pelle è d’una<br />
candidezza abbagliante. Tra gli uccelli è imponente per grossa mole il Cedrone della<br />
famiglia dei gall<strong>in</strong>acei, poco conosciuti <strong>in</strong> Italia, che raggiunge il peso di diciotto, o<br />
anche venti libre; per bellezza poi si dist<strong>in</strong>guono il corvo reale ed i falchi.<br />
La raccolta delle farfalle è completa. Quante varietà! Quanti colori!L’Apollo è<br />
una delle più rare.<br />
Il farmacista con molta pazienza mi mostrò e mi chiamò a nome ogni bestiola. E<br />
rallegrandomi io con lui dell’aver egli formato la sua collezione di animali tutti <strong>in</strong>digeni,<br />
perché più facilmente gli sarebbe riuscito di completarla:<br />
- Così feci anche per le monete, mi rispose, limitando le mie ricerche e il mio<br />
studio a quelle dei Patriarchi.<br />
- Anche numismatico? Gli dissi.<br />
- E’ una cosa da nulla, riprese. Ho voluto raccogliere tutte le specie delle monete<br />
coniate dai sedici Patriarchi sovrani 2 del Friuli, da Volcherio che regnava nel 1204 a<br />
Ludovico di Teck, il cui pr<strong>in</strong>cipato civile cadde nel 1420.<br />
Mi <strong>in</strong>trodusse allora <strong>in</strong> un gab<strong>in</strong>etto più angusto, e tirati da uno scrittoio alcuni<br />
cassett<strong>in</strong>i, mi pose d<strong>in</strong>nanzi tutte quelle monete d’argento schierate <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e cronologico.<br />
- E’ d’oro e di rame non ne coniarono? Gli domandai.<br />
- No, mi rispose; non coniarono che denari d’argento. Questi qui corrispondono<br />
pel valore a 25 dei nostri centesimi.<br />
- E si contava tutto per denari?<br />
- I conti grossi si facevano per monete ideali, quali erano la lira e la marca. La<br />
lira comprendeva venti denari e corrispondeva al nostro pezzo da c<strong>in</strong>que franchi, e la<br />
marca che ne conteneva centosessanta, a quaranta lire. Così il ducato, zecch<strong>in</strong>o o<br />
fior<strong>in</strong>o, equivaleva a sedici lire italiane. V’era pure una marca ad usum Curiae pei<br />
conti maggiori e si ragguagliava ad ottocento di queste monete, pari a duecento franchi.<br />
- E dove li avete acquistati questi denari? Gli domandai.<br />
- Molti furono trovati qui <strong>in</strong> Carnia, mi rispose, e parecchi dei più rari sulle rov<strong>in</strong>e<br />
di Aquileja.<br />
Io presi <strong>in</strong> mano alcune di quelle leggerissime monete e mi diedi a considerarne le<br />
due faccie. Il denaro patriarcale ha sul diritto un vescovo <strong>in</strong> pallio, con pastorale nella<br />
destra, libro alzato nella s<strong>in</strong>istra, e il suo nome <strong>in</strong> giro, Nel rovescio si scorge un frontone<br />
di tempio con cupole e torri sormontato dalla croce, o una parte di città colle<br />
parole Civitas Aquileje. In alcuni c’è lo stemma gentilizio del patriarca, come ad<br />
esempio <strong>in</strong> quelli di Raimondo della Torre.<br />
Il signor Milesi, chè tale è il nome di quel bravo farmacista, m’avrebbe dato una<br />
Tischlbongara piachlan<br />
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