Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul
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ANGELO ARBOIT<br />
Società, per così dire, accademica, alla quale non possono appartenere se non quelli<br />
che si diportano <strong>in</strong> tutto da galantuom<strong>in</strong>i. Le diverse arti si dist<strong>in</strong>guono nei dì solenni<br />
dalla diversità del nastro che gli affiliati portano al braccio. Non appartenere alla società<br />
sarebbe segno di mala condotta. Così Prè Mart<strong>in</strong>o non perde mai d’occhio gli<br />
scolari che va educando, e anche lontani trova il modo di conservarli onesti.<br />
Per circondare poi questa Società di un qualche prestigio, (chè un po’ di polvere<br />
negli occhi è pur sempre necessaria <strong>in</strong> questo povero mondo), Prè Mart<strong>in</strong>o pensò di<br />
ascrivervi, a titolo di onore, qualche persona che pel suo nome o per le sue benemerenze<br />
verso la Patria, <strong>in</strong> qualche modo la onori. E per ciò sotto il Governo Austriaco la<br />
scuola di questo educatore alpigiano era guardata con occhio assai sospettoso. Ora la<br />
politica n’è affatto sbandita, e nei soci onorari non si bada punto al colore; così che<br />
accanto al nome di Garibaldi c’<strong>in</strong>contriamo quelli di Sella, di Giacomelli, e di altri,<br />
d’op<strong>in</strong>ioni diverse.<br />
In occasione del mio passaggio per Ravascletto corsi io stesso il risico d’esser<br />
affiliato alla Società di Monaco.<br />
Ed ecco come, Prè Mart<strong>in</strong>o che non sapeva ancora il mio nome, venne a parlare<br />
con soverchia lode di qualche mio scritto pubblicato nelle appendici del Giornale di<br />
Ud<strong>in</strong>e, come, ad esempio, della Repubblica di S. Mar<strong>in</strong>o, della Colonia di S. Leucio,<br />
della Grotta di Adelsberg ecc. onde io per troncare un discorso che offendeva<br />
giustamente la mia coscienza:<br />
- L’autore di quegli scritti sono io, signor Pievano, gli dissi, e la prego a non voler<br />
darmene lode, chè davvero non ne merito. Sono leggerissimi schizzi buttati giù senz’arte,<br />
e come viene, viene.<br />
- Ella è dunque il signor A …?<br />
- In persona, signor Pievano.<br />
- E non vuole che io lodi i suoi scritti che sono tutti naturalezza e semplicità?<br />
- Naturali e semplici sono: ecco tutto, risposi. Io mi studio a tutt’uomo di copiar la<br />
natura e la società quali mi si presentano, e senza artifici. Il più delle volte per dar la<br />
vera immag<strong>in</strong>e d’un paese, ne tolgo il ritratto alla bocca d’un popolano, a rischio di<br />
dirne spropositi, perché ritengo che la voce della gente grossa sia per lo più un esatto<br />
barometro dell’aria che vi si spira, massime quanto alla civiltà e alla morale.<br />
- Ben pensato! Disse Prè Mart<strong>in</strong>o.<br />
- Nelle cose serie però non limito le mie osservazioni a questo barometro che<br />
potrebbe essere mal sicuro, ma cerco di penetrare più addentro e <strong>in</strong>vestigar s<strong>in</strong>o al<br />
fondo. Sono poi imparziale e <strong>in</strong>esorabile nel pubblicare il bene ed il male che trovo nei<br />
luoghi da me visitati, colla speranza che la verità sia feconda di buoni frutti.<br />
Prè Mart<strong>in</strong>o a questa mia chiacchierata avrà pensato nella sua <strong>in</strong>genuità d’aver<br />
d<strong>in</strong>nanzi un boccone grosso, e mi propose l’arruolamento onorario alla sua Società. La<br />
di lui modestia gl’impendiva di pensare che l’azione è da più che la parola, e che<br />
un’ora di scuola pratica, come la fa lui, vale assai più di tutte le nostre letterarie<br />
lucubrazioni.<br />
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Quaderni di <strong>cultura</strong> <strong>timavese</strong>