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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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Tischlbongara piachlan<br />

TIMAU, SAURIS, SAPPADA NEL 1889<br />

Julius Pock<br />

TIMAU, SAURIS, SAPPADA NEL 1889<br />

Le “isole dialettali” tedesche del Friuli sono meta frequente di visite e di<br />

studi per dotti uom<strong>in</strong>i e per scrittori di oltralpe, i quali vengono ad ammirare lo<br />

strano fenomeno di questi massi erratici - se si possono dire così - della favella,<br />

staccati dalla famiglia l<strong>in</strong>guistica cui appartengono, e pure tanto resistenti alle<br />

azioni esterne che parrebbe dovessero distruggerli. Di recente il signor Ol<strong>in</strong>to<br />

Mar<strong>in</strong>elli faceva conoscere <strong>in</strong> codesto stesso periodico un articolo del prof.<br />

Sigismondo Günther, del politecnico di Monaco, stampato dal geografo tedesco<br />

nella Nation di Berl<strong>in</strong>o col titolo von der deutsch-italienischen Sprachgrenze, e<br />

dava, volto <strong>in</strong> italiano, il tratto riguardante Sauris e Sappada.<br />

Or ora i cari amici prof. A. Wolf e dottor V. Joppi mi fecero leggere costì un<br />

altro lavoretto di simil genere pubblicato dal signor Giulio Pock di Innsbruck 1 ,<br />

ed io pensai di tradurre la parte <strong>in</strong> cui si discorre di Timau, di Sauris e di<br />

Sappada. Il signor Pock non è lo scienziato che viene a studiare la parlata delle<br />

nostre isole tedesche, pronto a fare confronti, a costruire ipotesi, a trarre deduzioni<br />

più o meno fondate; neppure egli tratta la questione etnografica, cui accenna<br />

solo discorrendo di Sauris, né tenta di penetrare l’orig<strong>in</strong>e degli abitatori<br />

di tali isole.<br />

Lo scrittore è un bravo alp<strong>in</strong>ista - deduco ciò dall’ammirazione che ei lascia<br />

trasparire per i monti e dalla cura con cui, accanto ad ogni cima, segna l’altezza<br />

- che ritrae con piacevole semplicità i luoghi e le persone <strong>in</strong> cui gli avviene di<br />

abbattersi, che, punto delicato, mangia di buon appetito la polenta coi modesti<br />

operai, prende <strong>in</strong> santa pace le piccole peripezie del viaggio, s’adatta al ricovero,<br />

spesso men che semplice, trovato <strong>in</strong> certe misere locande; ma ricorda con<br />

gusto una buona m<strong>in</strong>estra mangiata <strong>in</strong> casa di un ospite cortese, né è <strong>in</strong>sensibile<br />

alla bontà degli osti che si mostrano più discreti nel fargli pagare lo scotto. Ciò<br />

che spicca particolarmente nel lavoretto del Pock è quell’amore alla nazione<br />

tedesca che lo fa rallegrar tutto nell’udire i forti accenti della sua l<strong>in</strong>gua <strong>in</strong> terre<br />

italiane, e più di una volta non manca di manifestare tale sentimento.<br />

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