Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul
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PIETRO ADAMI<br />
Questo frugale, quanto affasc<strong>in</strong>ante panorama gastronomico si è peraltro dist<strong>in</strong>to<br />
<strong>in</strong> passato e si dist<strong>in</strong>gue tuttora per alcune s<strong>in</strong>golari specificità, estranee <strong>in</strong>vero all’ambiente<br />
locale più tradizionale, anzi facilmente correlabili a usi e preferenze correnti <strong>in</strong><br />
alcune aree centroeuropee conterm<strong>in</strong>i. E’ noto, <strong>in</strong>fatti, che nell’alto Medio Evo significative<br />
migrazioni di gente di orig<strong>in</strong>e germanica, stabilitasi <strong>in</strong> via def<strong>in</strong>itiva tra le montagne<br />
carniche, hanno costituito colà importanti isole alloglotte.<br />
Fra queste, ben nota è quella di Timau ovvero Tischlbong (Tischelwang <strong>in</strong> car<strong>in</strong>ziano),<br />
situata nell’alta Via Giulia, ove si parla di un primo <strong>in</strong>sediamento abitativo <strong>in</strong>torno<br />
all’anno 1100 - che sembra sia stato del tutto abbandonato <strong>in</strong> seguito ad una grave<br />
epidemia - e di una successiva colonizzazione forse appena dopo il 1250 da parte di<br />
gente proveniente <strong>in</strong> prevalenza dalla Valle del Gail, nella Car<strong>in</strong>zia meridionale. Non si<br />
trattava, <strong>in</strong> questo caso, di agricoltori o di pastori (come nel caso di Sauris), ma curiosamente<br />
di m<strong>in</strong>atori che recavano sicuramente con sé la specifica professionalità già<br />
acquisita nel vic<strong>in</strong>o Oltralpe. Va rilevato, <strong>in</strong>fatti, che a Schwarz, Rattenberg, Kitzbühel,<br />
Radstatt, Gaste<strong>in</strong>, Ster-z<strong>in</strong>g, Taufers prosperavano nel Medioevo <strong>in</strong>dustrie m<strong>in</strong>erarie<br />
d’argento e di rame, anche parzialmente collegate tra loro. Solo <strong>in</strong> quelle di Schwarz,<br />
per esempio, lavoravano ben otto-novemila lavoratori e questa forte concentrazione di<br />
manodopera, che non poteva certo essere alimentata solo dall’Austria, <strong>in</strong>teressava -<br />
almeno così si può presumere - molti m<strong>in</strong>atori provenienti da aree ben più lontane, per<br />
esempio dalla Slovenia e perf<strong>in</strong>o della Sassonia.<br />
Che Timau fosse comunque <strong>in</strong>serita <strong>in</strong> un circuito m<strong>in</strong>erario importante del tempo<br />
è dimostrato curiosamente da ripetute testimonianze correlate al Knappen-geschrei<br />
cioè alla voce dei m<strong>in</strong>atori che spontaneamente facevano circolare <strong>in</strong> tutta Europa<br />
notizie di nuove m<strong>in</strong>iere e relative opportunità di lavoro durature e promettenti. In<br />
proposito, osservava l’illustre storico friulano di f<strong>in</strong>e secolo scorso, Francesco di Manzano<br />
che “...nelle rupi altissime e perpendicolari che si <strong>in</strong>nalzavano sopra le case di<br />
Timau e nei monti vic<strong>in</strong>i si trovavano un tempo m<strong>in</strong>erali d’oro, d’argento, di piombo, e<br />
ciò diede <strong>in</strong>izio alla colonia. Un nobile dell’antica stirpe veneziana dei Savorgnani fece<br />
necessari apparecchi per scavare colà dei pozzi e fondere m<strong>in</strong>erali. Chiamò all’uopo<br />
m<strong>in</strong>atori della vic<strong>in</strong>a Car<strong>in</strong>zia. Qu<strong>in</strong>di si eressero adatte fuc<strong>in</strong>e nella valle, <strong>in</strong> cui conferivano<br />
le acque montane ed i torrenti. Si scorgono ancora oggi cave nelle rupi, dalle<br />
quali si traeva il metallo, rimasugli di un forno di fusione...”<br />
Rammenta, sempre di Manzano, che tuttora “...gli abitanti di Timau all’aspetto<br />
esteriore, nei costumi e nelle vesti somigliano ai Car<strong>in</strong>ziani ..., ...parlano tra loro una<br />
specie di tedesco, anche se piuttosto corrotto..., mantengono nomi di famiglia tipici<br />
come Primus, Mentil, Plozner, Prenner dalla Car<strong>in</strong>zia, Matiz dalla Slovenia, ...si tramandano<br />
specifici usi alimentari...”<br />
Il riflesso che si nota ancora oggi sulla cuc<strong>in</strong>a <strong>timavese</strong> delle usanze car<strong>in</strong>ziane è<br />
forte e chiaro, nonostante l’isolamento secolare e durissimo abbia comportato un forzato<br />
graduale adeguamento agli stentati parametri dell’economia agricola locale, con<br />
conseguente impoverimento dei cibi e perdita di alcuni dei valori gastronomici orig<strong>in</strong>ari<br />
di maggior pregio. Basta ricordare al riguardo:<br />
188Fig.1:<br />
In der Pleike. Veduta del pendio.<br />
Quaderni di <strong>cultura</strong> <strong>timavese</strong>