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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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APPORTI GASTRONOMICI D’OLTRALPE NELLA CUCINA DI TIMAU<br />

• Affumicatura.<br />

Questo trattamento - <strong>in</strong>trodotto a Timau con assoluta certezza dai primi coloni<br />

d’Oltralpe - sfrutta tecniche antichissime secondo le quali l’esposizione della carne di<br />

maiale salata a secco al fumo fa acquisire colore, aroma, profumo più vivi, oltre che<br />

maggiore appetibilità e consistenza. E’ nota del resto la ricerca spontanea <strong>in</strong> tutta la<br />

Car-nia di cibi sapidi, <strong>in</strong>tensi, forse perchè capaci di produrre una più accentuata<br />

sensazione di sazietà o perchè “...bastavano così di meno per far porzione alla tanta<br />

polenta e duravano più a lungo come riserva di sussistenza per il futuro...”<br />

Il legno preferito per l’affumicatura della Schultar è quello secco, asciutto di faggio<br />

(che dà fumo leggero e rende la carne più dolce) o di abete. D’estate si usano anche<br />

rami di p<strong>in</strong>o mugo. Curiosa è, al riguardo, la diversa valutazione dei vecchi timauesi<br />

sull’utilizzo della legna: per certuni quella res<strong>in</strong>osa andrebbe decisamente esclusa perchè<br />

darebbe sapori troppo acri, comunque sgradevoli e ricoprirebbe la superficie della<br />

carne di una sorta di fuligg<strong>in</strong>e; per altri, <strong>in</strong>vece, proprio per questi motivi sarebbe da<br />

preferire. Comunque la carne della spalla di maiale da affumicare non deve essere<br />

mai posta troppo vic<strong>in</strong>a al fuoco per evitare il rischio di essiccamento; deve esporsi<br />

non più di due o tre ore circa al giorno, un po’ al matt<strong>in</strong>o un po’ alla sera, per circa<br />

venti-ventic<strong>in</strong>que giorni, promuovendo <strong>in</strong> tal modo un <strong>in</strong>saporimento graduale e compiuto<br />

della carne. Il locale per l’affumicatura, mai umido o lum<strong>in</strong>oso, è normalmente di<br />

una altezza di circa due metri e mezzo e dotato di piccole f<strong>in</strong>estrelle rettangolari che si<br />

pongono ad una altezza tale da permettere nella parte più alta il mantenimento di una<br />

nube cospicua di fumo <strong>in</strong>tenso e costante.<br />

• Cottura.<br />

La Schultar viene bollita <strong>in</strong> abbondante acqua salata per circa novanta m<strong>in</strong>uti, f<strong>in</strong>o<br />

a quando “...la forchetta non vi entra con facilità...e la carne non si stacca dall’osso”.<br />

Si dice a Timau che l’abilità del cuoco consiste nel promuovere una specie di guscio<br />

che non permette all’acqua di penetrare, pur consentendo alla temperatura di trasmettersi<br />

gradualmente e progressivamente all’<strong>in</strong>terno, favorendo “...il mantenimento della<br />

succolenza e lo sviluppo del sapore migliore che si possa immag<strong>in</strong>are...”.<br />

• A tavola.<br />

A cottura ultimata si taglia la Schultar a fette grosse quanto un dito o poco meno.<br />

E’ di prammatica per Pasqua, con p<strong>in</strong>ca - focacc<strong>in</strong>e dolci e v<strong>in</strong>o bianco (a volte<br />

anche con salame bollito), debitamente benedetta <strong>in</strong> chiesa secondo un antichissimo<br />

rito d’Oltralpe.<br />

La Schultar appartiene a pieno titolo e a buon diritto a quelle nicchie, a quei preziosissimi<br />

giacimenti gastronomici che hanno sempre valorizzato la cuc<strong>in</strong>a friulana e che<br />

sono oggi purtroppo <strong>in</strong> gravissimo pericolo.<br />

Da un lato l’oblio e il sovrapporsi di usi estranei creano irrimediabilmente, anche<br />

lassù, nuove realtà, dall’altro l’<strong>in</strong>disponibilità di reti commerciali adeguate precludono<br />

del tutto una giusta considerazione e immediato accesso alla grande distribuzione.<br />

Tischlbongara piachlan<br />

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