Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul
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USO DELLA PROPOSIZIONE RELATIVA NELLA LINGUA TIMAVESE<br />
della somm<strong>in</strong>istrazione del questionario. Nessun <strong>in</strong>formatore, <strong>in</strong>fatti, ha presentato il<br />
questionario <strong>in</strong>completo adducendo l’<strong>in</strong>ammissibilità di altre costruzioni, oltre le su<br />
menzionate, <strong>in</strong> particolare di quelle <strong>in</strong>trodotte da preposizione. Se uno solo degli <strong>in</strong>formatori<br />
si fosse dimostrato contrario alla compilazione del questionario, non avrei proseguito<br />
l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e e non avrei scritto il presente contributo.<br />
I risultati evidenziano <strong>in</strong>vece un’applicazione costante e coerente di meccanismi<br />
mentali da parte dei parlanti. Come ho specificato all’<strong>in</strong>izio, si tratta di uno studio che<br />
non mira ad imporre altre tipologie di subord<strong>in</strong>ate relative, oltre a quelle accettate<br />
dall’uso. I timavesi qu<strong>in</strong>di dovranno cont<strong>in</strong>uare ad utilizzare sia nella produzione orale<br />
sia <strong>in</strong> quella scritta solamente i costrutti sanciti dall’evoluzione storica della l<strong>in</strong>gua<br />
<strong>timavese</strong> all’<strong>in</strong>terno della comunità.<br />
Tischlbongara piachlan<br />
• L’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e •<br />
La ricerca è stata condotta sulla base di un questionario che conteneva otto frasi <strong>in</strong><br />
italiano. Gli <strong>in</strong>formatori sono stati divisi <strong>in</strong> due gruppi. Al primo gruppo, costituito da un<br />
uomo, una donna e un ragazzo, le frasi sono state presentate <strong>in</strong> l<strong>in</strong>gua italiana ed è<br />
stata loro richiesta una traduzione nella parlata locale.<br />
Al secondo gruppo, <strong>in</strong>vece, cui appartengono un uomo e tre donne, è stato chiesto<br />
di valutare l’accettabilità delle traduzioni precedentemente elaborate dal primo gruppo.<br />
Per meglio identificare gli <strong>in</strong>formatori nel prosieguo della trattazione, fornirò alcuni<br />
dati e assegnerò a ciascuno di loro un numero:<br />
1° gruppo: 2° gruppo:<br />
I 1 uomo, 61 anni, pensionato. I 4 donna, 56 anni, casal<strong>in</strong>ga.<br />
I 2 donna, 51 anni, casal<strong>in</strong>ga. I 5 donna, 43 anni, <strong>in</strong>segnante.<br />
I 3 uomo, 18 anni, studente. I 6 uomo, 43 anni, commerciante.<br />
I 7 donna, 34 anni, casal<strong>in</strong>ga.<br />
Tutti gli <strong>in</strong>formatori dimostrano di possedere un’ottima competenza attiva nella<br />
parlata locale a livello orale e una spiccata sensibilità sul piano della l<strong>in</strong>gua scritta. Il<br />
carattere orale di l<strong>in</strong>gua, trasmessa di generazione <strong>in</strong> generazione, senza l’ausilio di<br />
alcun manuale e di alcuna grammatica, ha reso certamente non semplice la traduzione<br />
delle frasi.<br />
Non si esclude che per gli <strong>in</strong>formatori del primo gruppo la l<strong>in</strong>gua italiana possa aver<br />
rappresentato un fattore d’<strong>in</strong>terferenza. E’ per tale motivo che agli <strong>in</strong>formatori del<br />
secondo gruppo è stato volutamente omesso il testo <strong>in</strong> italiano.<br />
Si consider<strong>in</strong>o dapprima le frasi costituite da proposizioni relative <strong>in</strong>trodotte da una<br />
preposizione oppure da un complemento <strong>in</strong>diretto, ovvero 3<br />
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