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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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ANGELO ARBOIT<br />

Un’italiana non sarebbe stata sì lesta, n’è vero?…<br />

Intanto che questa signora traeva da un piccolo baule la macch<strong>in</strong>a e l’apparecchio<br />

pel tè, il di lei marito mandava alcuni uom<strong>in</strong>i sul Moscardo alla pesca d’una valigia,<br />

della Guida e di alcune carte, perdute nel passaggio della Muse. Il carrettiere che<br />

avevano trovato sotto Timau, fidandosi dell’apparente tranquillità del perfido torrentello,<br />

entrò coi cavalli sulla ghiaia nuotante, e poco mancò che il carro e i viaggiatori non<br />

andassero a tuffarsi nel Bût. Per buona sorte il pericolo più grosso era cessato, e dopo<br />

moltissimi sforzi fu trasc<strong>in</strong>ato il carro alla riva.<br />

Non s’accorsero che all’albergo d’ aver perduto <strong>in</strong> quel trambusto il forzier<strong>in</strong>o e gli<br />

altri oggetti, per cui stavano <strong>in</strong> pensiero.<br />

- Sono i lotti dei viaggiatori, diceva poi scherzando la dama. Mi dispiacerebbe di<br />

perdere la mia roba, specialmente le carte, ma ci tengo d’aver provato le <strong>in</strong>sidie del<br />

Moscardo. Peccato che non fosse di giorno!<br />

Indi fece bollir l’acqua, trasse le tazze, accostò il fior di latte ed il rhum, e si venne<br />

a sedere preso di me. Intanto dal rub<strong>in</strong>etto aperto della macch<strong>in</strong>a spicciava l’acqua<br />

bollente sui bottonc<strong>in</strong>i disseccati del tè d’Olanda, deposti prima e umettati nel fondo<br />

d’un ampio bricco. Il pane fresco di Paluzza era stato tagliato a larghe fette e accatastato<br />

su d’un capace vassoio, presso il quale si trovava un pane di burro manipolato<br />

quel giorno stesso.<br />

- Ecco la nostra cena, dissemi graziosamente la signora Smith, volete approfittarne?<br />

- Grazie, madama, risposi. Ho già mangiato cibi più sodi.<br />

- Una tazza di tè non guasta la cena, soggiunse versandomene dal bricco una<br />

gran chicchera. Lo piglierete con zucchero e rhum. Quanto a noi non ci contentiamo<br />

d’una sola tazza. Credete pure che dopo il viaggio fa bene.<br />

- Ne sono persuaso, risposi, r<strong>in</strong>graziandola; io sono amante del tè.<br />

Il signor Smith com<strong>in</strong>ciò a darci l’esempio pigliando una grossa fetta di pane, distendendovi<br />

sopra dell’eccellente burro di Carnia e immergendola sempre più rimpicciolita<br />

nella sua tazza; e noi l’imitammo.<br />

Quel tè era squisito.<br />

Durante la cena il signor Smith mi disse che il dimani sarebbe partito per Ud<strong>in</strong>e, e<br />

poco dopo fece chiamare il padrone di casa ch’era anche il maestro di Posta.<br />

- Avete dei cavalli? Gli chiese.<br />

- Quelli della posta, signore. Se parte domani matt<strong>in</strong>a può servirsi di quelli.<br />

- Non ne avete altri?<br />

- No, signore.<br />

- Ebbene, partiremo con quelli. A che ora si giunge a Tolmezzo?<br />

- Verso le otto.<br />

- E la corriera di Ud<strong>in</strong>e a che ora parte di là?<br />

- Prima delle sette.<br />

- Come?! Avanti che ci arriv<strong>in</strong>o i passeggeri e le lettere di Paluzza?<br />

- Si, signore.<br />

210<br />

Quaderni di <strong>cultura</strong> <strong>timavese</strong>

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