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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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GUIDATO DA DIABOLICO SPIRITO ...<br />

lui cortello, di cui stava proveduto, con cui crudelmente impresse due ferite,<br />

una nella testa e l’altra nella schiena, per le quali e per la gran<br />

emoragia, che sortivasi dalle di lui riportate ferite, dovette cader a terra,<br />

nel dubbio di dover morire”.<br />

I lamenti del ferito richiamarono il figlio ed alcuni vic<strong>in</strong>i, che liberarono il malcapitato<br />

dalle gr<strong>in</strong>fe degli aggressori momentaneamente dileguatisi. Qu<strong>in</strong>di, trasportarono<br />

il ferito nella propria casa adagiandolo sul letto.<br />

Ma, successivamente, i fratelli Nicolò e Giorgio Matiz ritornarono alla carica, tentando<br />

“con violenza sforzare il scuro della porta di essa casa, dichiarandosi<br />

replicatamente voler <strong>in</strong> detta notte render per di lor opera est<strong>in</strong>to il Maier medesimo;<br />

che poi tanto non poterono effettuare, atteso le molte persone accorse <strong>in</strong><br />

sollievo del medesimo, col mezzo delle quali fecero da colà desistere li detti<br />

<strong>in</strong>quisiti”.<br />

I familiari del Maier fecero <strong>in</strong>tervenire d’urgenza, non si sa da quale luogo, il “chirurgo”,<br />

il quale constatò la gravità del suo stato ed il rischio, per il poveretto, di soccombere.<br />

Gli furono medicate le ferite e dopo molti giorni di riposo forzato, “con<br />

l’agiuto div<strong>in</strong>o”, egli se la cavò.<br />

Citati a comparire davanti alla Giustizia, i fratelli Matiz non si presentarono e perciò<br />

furono processati <strong>in</strong> contumacia. Il 26 giugno 1780 i giudici di Tolmezzo, “Christi<br />

nom<strong>in</strong>e humiliter ipsius <strong>in</strong>vocato”, sentenziarono che “sianno li predetti Nicolò e<br />

Giorgio fratelli q. Giorgio Matiz banditi come bandiscono da questa Terra e sua<br />

Giurisdizione, e miglia 15 oltre i conf<strong>in</strong>i, per anni 5 cont<strong>in</strong>ui; nel qual tempo, se<br />

rotti i conf<strong>in</strong>i capitassero nelle forze di questa Giustizia, siano e s’<strong>in</strong>tendano<br />

condannati, come li condannano per anni 3 cont<strong>in</strong>ui <strong>in</strong> una di queste prigioni<br />

serrata alla luce, dalla quale fuggendo, siano e s’<strong>in</strong>tendano banditi per il tempo<br />

come sopra, che <strong>in</strong> allora pr<strong>in</strong>cipiar li dovrà”.<br />

Furono condannati anche al risarcimento di tutte le spese processuali, oltre che<br />

L.160 al chirurgo per le cure prestate al ferito e L.400 a Giovanni Maier per i danni<br />

patiti. 36<br />

Tischlbongara piachlan<br />

• un episodio spregevole •<br />

Un vero gesto di vigliaccheria, a discapito di un cavallo, fu compiuto la notte del 31<br />

dicembre 1795 nella pubblica piazza di Paluzza e di ciò ne fecero pubblica testimonianza,<br />

<strong>in</strong> un atto notarile, i proprietari dell’animale. Lo riportiamo <strong>in</strong>tegralmente.<br />

“L’anno del signore 1796, <strong>in</strong>d.e XIV giorno di Lunedì li 4 Gennaro <strong>in</strong><br />

Paluza <strong>in</strong> Casa di mè Nodaro al Cancelo Notarialle, presenti li sogionti<br />

Testimoni.<br />

Constituito personalmente Tomaso Primus q.am Antonio della Villa di<br />

Timau sul istanza di D.a Maria fu moglie del q.am Pietro Primus detto il<br />

Cramaro pure di Timau, La quale a scarico di sua coscienza, dichiara e<br />

manifesta che nella ultima note del anno prossimo passato (31 dicembre<br />

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