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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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TIMAU, SAURIS, SAPPADA NEL 1889<br />

sulla cima del quale giunsi senza difficoltà <strong>in</strong> due ore. Molto al di sotto, nelle praterie<br />

solcate da campi, vidi parecchie donne, che salivano di nuovo, dopo una breve fermata.<br />

Mosso da curiosità risolsi di passare da quella parte per vedere di che si trattasse,<br />

e ben presto ebbi la spiegazione della cosa. Un uomo, vestito quasi alla militare - e di<br />

fatti era un soldato <strong>in</strong> licenza - scavava grosse pietre che venivano portate da quelle<br />

ragazze di Timau all’alpe di Spielboden; nel ritorno esse non tralasciavano di lavorare<br />

assiduamente la calzetta. Essendo già mezzodì, fui <strong>in</strong>vitato a recarmi all’alpe per prendere<br />

parte al pasto consistente <strong>in</strong> una grossa fetta di polenta; a me come ospite, <strong>in</strong><br />

segno di particolare riguardo, venne dato del saporito formaggio. Dopo il parco banchetto,<br />

richiesi quelle allegre ragazze, dall’aspetto pieno di salute e di forza e dal tipo<br />

puramente germanico, di farmi sentire qualche canto tedesco, ed esse accondiscesero<br />

tosto alla mia domanda <strong>in</strong>tonando stornelli che, ad eccezione di due, io avevo già udito<br />

nel Tirolo o nella Car<strong>in</strong>zia. Al tocco venne dato il segnale per la ripresa del lavoro, ed<br />

io mi accomiatai da quella gente lieta. Il valentuomo non volle fare a meno di accompagnarmi<br />

giù per un buon pezzo di strada, <strong>in</strong>dicandomi poi il sentiero, che del resto<br />

avrei trovato facilmente anche senza il suo cortese aiuto. Procedendo a mio agio per<br />

l’Angerbach, animato da carriaggi di legname, giunsi a Plöcken.<br />

All’alba del dì seguente varcai il posto della f<strong>in</strong>anza italiana al di là del Passo (1360<br />

m.) tentando <strong>in</strong>utilmente di far notare la mia presenza. Dopo aver chiamato parecchie<br />

volte, vedendo che nessuno compariva per visitare il mio bagaglio, procedetti oltre col<br />

pensiero quasi malizioso di essere passato <strong>in</strong> barba a quelle dormigliose guardie del<br />

conf<strong>in</strong>e. Ma avea fatto il conto senza l’oste; poiché era già proceduto <strong>in</strong>nanzi un buon<br />

tratto allorché una grossa voce e l’abbaiare di un cane, che mi si precipitò alle calcagna,<br />

mi <strong>in</strong>vitarono alquanto bruscamente a ritornare <strong>in</strong>dietro, per sottoporre il mio bagaglio<br />

Tischlbongara piachlan<br />

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