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Cop. quaderni cultura timavese - Taic in Vriaul

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CLEULIS: MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA<br />

Sara Maieron - Oscar Puntel<br />

CLEULIS: MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA<br />

Documento sulle sofferenze e vessazioni della popolazione<br />

raccolte nel manoscritto “La mia prigionia”<br />

Un documento è un documento. Non si tocca, né si corregge. Tutt’al più si<br />

<strong>in</strong>terseca con altre fonti, perché anch’esso è una fonte. E può raccontare.<br />

Le tante testimonianze storiche <strong>in</strong> mano ai ricercatori e a chi della materia si occupa<br />

hanno spesso traviato, non considerato, tacciato e cancellato le storie scritte dai<br />

piccoli. I racconti appassionati e sentiti delle persone semplici di piccoli paesi. Tracce<br />

poco auliche e poco <strong>cultura</strong>li. Persone che a stento, ma solo perché la miseria dilagava,<br />

avevano istruzione e <strong>cultura</strong>.<br />

Ecco perché si è deciso di pubblicare il diario “La mia Prigionia”, scritto da Antonio<br />

Puntel di Toniz. E’ un tassello che racconta un pezzo di storia nostra. L’autore<br />

narra <strong>in</strong> prima persona le vicende proprie e quelle dei suoi compaesani sullo sfondo di<br />

Cleulis, a pochi chilometri dal fronte di battaglia dell’ Alto Bût, reso caldo dalla impreparazione<br />

militare italiana, di contro alle notevoli fortificazioni e collegamenti logistici<br />

che gli austro-ungarici avevano approntato <strong>in</strong> un anno di conflitto.<br />

Non solo. E’ un racconto che emoziona. Trasmette l’angoscia di quei momenti.<br />

L’asettico libro di scuola riavvolge il nastro della storia e lo legge dando un’<strong>in</strong>terpretazione<br />

spesso altrettanto asettica, poco vissuta.<br />

La storia è fatta dai piccoli ed è legittimo quanto corretto dar loro voce.<br />

Siano allora benvenute, tutte le testimonianze come queste. La storia ce le consegna<br />

<strong>in</strong> mano perché veri documenti. I diari non sono registri o anagrafi. Non sono solo<br />

date e nomi. Hanno una dimensione <strong>in</strong> più: partono dal vissuto. Da essi, sgorgano<br />

macchie di terrore e di tristezza. Perché autentici e fedeli nelle registrazioni di date,<br />

nomi, luoghi, eventi.<br />

Tischlbongara piachlan<br />

• <strong>in</strong>troduzione •<br />

24 maggio 1915 - 4 novembre 1918; Isonzo, Piave, monte Grappa, Caporetto, Vittorio<br />

Veneto; così si potrebbe s<strong>in</strong>tetizzare la Grande Guerra impressa nella memoria<br />

collettiva di impronta scolastica presente <strong>in</strong> tutti noi.<br />

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