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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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portato dopo avere lasciato l’Hotel Ramada di Ginevra alle ore 7.00 -<br />

oppure era venuto per proprio conto da Ginevra a Milano per attenderlo<br />

all’arrivo del treno TEE da Zurigo. In entrambi i casi il sicario, pur non<br />

avendo intrattenuto alcun rapporto con il Lahderi durante i tre giorni di<br />

permanenza dello stesso in Svizzera, conosceva perfettamente il suo<br />

programma di viaggio. Tutto ciò non solo colloca evidentemente la<br />

preparazione dell’omicidio in territorio elvetico, ma stabilisce un diretto<br />

collegamento fra il delitto e la persona di Rashed Said, che aveva avuto<br />

ripetuti contatti con il Lahderi a Zurigo nei giorni 10 e 11 giugno, che aveva<br />

dovuto prendere atto del fallimento della trattativa da lui condotta con lo<br />

stesso, e che aveva sicuramente appreso la sua intenzione di partire da<br />

Zurigo per l’Italia il giorno 11 giugno con il treno delle ore 13.00.<br />

Kalifa Mohamed apparteneva sicuramente ad una struttura segreta<br />

libica operante in Svizzera. Ciò è dimostrato dal fatto che la sua lunga<br />

permanenza in quel paese, non giustificata da ragioni turistiche o<br />

commerciali o di altra natura, aveva indotto i Servizi di sicurezza elvetici a<br />

sottoporlo ad assiduo controllo insieme ad altri suoi connazionali, nonchè<br />

dalla circostanza che egli aveva soggiornato a lungo all’Hotel Bellevue di<br />

Berna - dove si trovavano gli addetti all’ambasciata libica - e poi all’Hotel<br />

Ramada di Ginevra, spostandosi sempre insieme a Suleiman Abdulhamid,<br />

nella cui fotografia Lahderi Murad ha riconosciuto un appartenente ai<br />

Servizi segreti libici.<br />

Ora, non è pensabile che un semplice agente come Kalifa Mohamed,<br />

senza ordini superiori e di propria esclusiva iniziativa, si fosse assunto la<br />

responsabilità di venire da Ginevra a Milano per sopprimere un personaggio<br />

dell’importanza del Lahderi. Ne può certo credersi - trattandosi di ipotesi<br />

priva di ogni plausibilità - che la risoluzione di uccidere il Lahderi fosse stata<br />

presa dal Kalifa Mohamed in modo improvviso ed estemporaneo, e quindi al<br />

di là di qualsiasi incarico, mentre egli si trovava con la vittima alla stazione<br />

centrale di Milano. Invero, le modalità alquanto maldestre con le quali Kalifa<br />

Mohamed eseguì il delitto abbandonando sul posto la valigia e la valigetta<br />

contenenti elementi utili alla sua identificazione, possono trovare agevole<br />

spiegazione nel fatto che egli - lasciato libero di scegliere il tempo e il luogo<br />

della soppressione del Lahderi, e forse perfino incaricato di attuare un<br />

estremo tentativo di indurlo a piegarsi alle richieste del regime - avesse<br />

dovuto uccidere la vittima in quel modo e in quel momento a causa di<br />

qualche difficoltà sopravvenuta o forse in seguito a qualche tentativo del<br />

Lahderi di sottrarsi al suo controllo o di chiedere aiuto.<br />

<strong>Il</strong> fatto quindi che Kalifa Mohamed avesse agito in adempimento di un<br />

incarico affidatogli conforta ulteriormente la tesi che il mandante<br />

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