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Shaibi a un funzionario dell’ambasciata egiziana a Roma, che incautamente<br />
insieme a Del Re sarebbe stato affidato per la traduzione a studente arabo,<br />
che risultò essere un informatore dell’ambasciata libica a Roma. Cosicché<br />
questa legazione potè raccogliere prove fotografiche della visita di Seliciato<br />
all’ambasciata d’Egitto. I contatti romani con l’Ambasciata d’Egitto a Roma<br />
e la trasmissione agli Egiziani di documenti e carte relative a postazioni<br />
militari libiche in zona di confine venivano così a costituire le principali<br />
fonti d’accusa di Seliciato. Castelli, invece, era accusato di aver predisposto<br />
disegni di postazioni militari libiche e piante topografiche della zona di<br />
Tobruk a confine con l’Egitto. Mentre Seliciato aveva confermato il proprio<br />
ruolo, Castelli negava alcuna sua implicazione in disegni eversivi,<br />
limitandosi ad affermare di aver agito su istruzioni di Seliciato, suo datore di<br />
lavoro, senza conoscere i reali motivi dell’uso che si intendeva compiere del<br />
materiale da lui predisposto.<br />
E’ possibile rilevare il ruolo di Del Re da una nota verbale<br />
dell’Ambasciata libica a Roma, con la quale veniva trasmessa alle nostre<br />
autorità un’ulteriore nota giudiziaria libica, nella quale erano sintetizzati gli<br />
elementi a carico di Seliciato, Castelli e Del Re. Nella nota si legge che la<br />
vicenda emerge dalle dichiarazioni di Seliciato che aveva dichiarato a quelle<br />
Autorità che “nel luglio 80, era stato incaricato dal Capitano Idris El Shehebi<br />
di tentare di mettersi in contatto con le autorità egiziane per permettere ad un<br />
suo delegato di attraversare il confine egiziano, e di farlo ricevere da Sadat<br />
per consegnargli una lettera; egli accettò di eseguire la missione e partì per<br />
l’Italia mettendosi in contatto con il suo amico sig. Aldo Del Re, e gli espose<br />
la missione e gli chiese di aiutarlo. Quest’ultimo si avvalse dell’aiuto di un<br />
uomo d’affari di Milano (non ha dato il suo nome ma lo ha solamente<br />
descritto, e che egli era già intervenuto in Svizzera per facilitare l’ingresso<br />
dello Scià di Persia in Egitto dopo il suo ritorno dall’America). <strong>Il</strong> sig. Del Re<br />
fece il suo possibile e chiese a Seliciato di venire a Roma per incontrarsi con<br />
il Segretario dell’ambasciata Egiziana di nome Mohamed, e quest’ultimo<br />
l’informò dell’approvazione della Autorità Egiziane a ricevere un delegato<br />
del capitano Idris El Shehebi, e gli indicò la parola d’ordine e la strada da<br />
seguire. La missione fu portata a termine come da accordo. Anche il sig. Del<br />
Re partì per l’Egitto e alloggiò presso l’albergo Santo Stefano in<br />
Alessandria” (v. esibizione Ministero AA.EE. dell’11.10.90).<br />
Del Re fornisce anche elementi sulla vicenda della caduta del MiG<br />
libico a Castelsilano. Egli ha ricordato di averne parlato con due generali,<br />
uno dei quali di nome Guglielmetti, nell’ambito di una serie di incontri,<br />
avvenuti negli anni 85-86, presso la sede della società ICER di Roma;<br />
incontri per determinare l’apertura di un canale con i libici per la fornitura di<br />
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