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<strong>Il</strong>luminante, in tal senso, è stata la testimonianza del colonnello Sasso<br />
già al Servizio ed oggi in pensione, il quale fino all’85 ha diretto il Centro<br />
CS di Roma, che aveva competenza, tra l’altro, sulla Libia. Questo ufficiale,<br />
oltre a confermare di avere ricevuto dai libici un omaggio, consistente in una<br />
collana un bracciale ed un anello, ha dichiarato, relativamente agli aiuti<br />
militari forniti alla Libia, di aver conosciuto, nel 70 a Roma, l’esule libico<br />
Omar Yehia, presentatogli da ufficiali statunitensi, esule che era riuscito a<br />
trasferire all’estero ingenti somme di denaro; e di aver presentato costui al<br />
colonnello Minerva, che, a sua volta, lo mise in contatto con il Direttore del<br />
SID, Miceli. Scopo dei contatti era quello di ottenere, per il tramite di<br />
Yehia, la collocazione in Libia di armi provenienti dall’industria italiana in<br />
cambio di greggio a prezzi vantaggiosi. A tal proposito riunioni si erano<br />
tenute presso l’ufficio di Yehia sito in via Massimi. A queste riunioni<br />
parteciparono vari ufficiali del SID, tra i quali lo stesso Sasso e Minerva.<br />
Nel riferire queste circostanze l’ufficiale aggiungeva di avere visto in visita<br />
allo studio di Yehia, il cardinale Valentini e l’on.le Andreotti (v. esame<br />
Sasso Aldo, GI 19.03.97).<br />
Imponenti gli affari legati alla vendita di materiale bellico alla Libia.<br />
E’ possibile rilevare la vendita di questo materiale da un documento del<br />
S.I.S.MI, così come trasmesso dall’AG di Venezia:<br />
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