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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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T4, usato per la fabbricazione di alcuni esplosivi di tipo gelatinato, e derivati<br />

dall’impiego di tritolo da recupero, cioè proveniente da sconfezionamento di<br />

cariche di esplosivo; tritolo che in questi casi contiene molto frequentemente<br />

una aliquota di T4. Veniva presunto anche, dai periti di quella inchiesta, che<br />

la presenza del T4 sarebbe potuta derivare dall’uso di un detonatore<br />

secondario confezionato con T4, flemmatizzato o plastico a fine di<br />

miglioramento della innescabilità della carica di esplosivo da mina. Così<br />

come veniva notato l’impiego in alcune formazioni di esplosivi gelatinati di<br />

nitrato sodico, impiego che avrebbe giustificato la riscontrata concentrazione<br />

sodica nel terreno del cratere di esplosione.<br />

A seguito del ritrovamento di confezioni di esplosivo il 13 gennaio 81<br />

alla stazione di Bologna all’interno di una carrozza del convoglio Taranto-<br />

Milano, si accertava che uno dei due tipi di esplosivo rinvenuti (otto ordigni<br />

di confezione artigianale in barattoli per prodotti alimentari, ciascuno<br />

innescato con un detonatore commerciale, collegato ad un tratto di miccia<br />

ordinario) era costituito da una massa untuosa o stuccosa, relativamente<br />

omogenea e di colore fondamentalmente ambrato, costituita da esplosivo per<br />

impieghi civili gelatinato del tipo stabilizzato con solfato di bario. E che tale<br />

esplosivo possedeva molti punti di contatto, per corrispondenza di<br />

composizione quantitativa, con quello usato per la strage del 2 agosto 80.<br />

L’altro tipo invece era esplosivo di impiego militare, il Compound B ovvero<br />

miscela di tritolo e T4. I periti – sono gli stessi che avevano effettuato la<br />

perizia sull’esplosivo usato per l’attentato alla stazione ferroviaria di<br />

Bologna - per la presenza in esso di frammenti con parte della superficie<br />

colorata in bruno formulavano l’ipotesi che l’esplosivo analizzato fosse<br />

costituito da materiale di recupero dallo scaricamento di munizioni. Di<br />

questo esplosivo i periti supponevano che in una piccola quantità potesse<br />

essere entrato nella composizione della carica esplosiva della strage del 2<br />

agosto 80.<br />

A conclusione parzialmente diversa giungeva la perizia di<br />

comparazione, disposta dal GI di Venezia nell’89 tra l’esplosivo usato per la<br />

strage di Bologna e materiali rinvenuti nel lago di Garda. I periti incaricati,<br />

infatti, dopo aver descritto le conclusioni della prima perizia sull’esplosivo<br />

usato per la strage alla stazione ferroviaria, esprimevano le seguenti<br />

considerazioni: “La presenza sul luogo dell'esplosione di residui di TNT e<br />

T4, unitamente a nitroglicerina e nitroglicol, non autorizza a considerarli<br />

presenti nella carica solo quali arricchitori. Infatti il ritrovamento di<br />

nitroglicerina e nitroglicol indica la presenza probabile, ma non esclusiva, di<br />

esplosivi gelatinizzati e/o pulverulenti di produzione per uso civile, perché<br />

questi sono prodotti pure in ambito militare. Semmai sarebbe la presenza del<br />

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