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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Quanto ad Era, egli era stato definito “finto avvocato, finto generale<br />

dei Carabinieri e finto vertice dei Servizi di Sicurezza”, dal Pubblico<br />

Ministero di Bologna nella requisitoria per la strage del 2 agosto 80. <strong>Il</strong><br />

personaggio appare fortemente legato ai vertici dell’Arma dei Carabinieri,<br />

tantochè quando l’Ucigos, nel 1985, a seguito di delega dell’AG bolognese,<br />

chiedeva informazioni all’Arma dei Carabinieri di Roma sul conto di Era,<br />

veniva risposto in prima battuta che si trattava di un Generale dei Carabinieri<br />

della Riserva. Alla prima missiva ne seguiva però una seconda, di rettifica,<br />

con la quale esso veniva indicato invece come professionista con precedenti<br />

penali a carico (v. decreto acquisizione presso Comando Generale Arma<br />

CC., 02.12.95).<br />

Ma l’Era non è risultato essere in contatto soltanto con Carabinieri e<br />

Servizi; lo è stato anche con l’estremismo di destra ed in particolare con il<br />

prof. Aldo Semerari, ucciso nell’aprile del 1982 a Napoli dalla camorra.<br />

Questi poco prima di essere ucciso aveva chiamato telefonicamente Era, da<br />

Napoli, chiedendogli di essere messo in contatto con i Servizi in quanto si<br />

sentiva in pericolo. Era subito chiamava il colonnello Cogliandro, che a sua<br />

volta telefonava immediatamente al generale Santovito; questi rispondeva<br />

dicendo testualmente al subalterno “ci penso io; tieni la notizia per te” (v.<br />

esame Cogliandro Demetrio, PM di Bologna, 06.03.85). <strong>Il</strong> generale<br />

Cogliandro, dopo che la notizia sul contenuto della propria deposizione era<br />

stata pubblicizzata sulla stampa scriveva a quel PM, precisandogli che a<br />

seguito della telefonata di Era egli non poteva aver informato Santovito, in<br />

quanto questi non era più il <strong>Capo</strong> del Servizio e che probabilmente aveva<br />

informato altri. <strong>Il</strong> generale Cogliandro, sentito nell’ambito di questa<br />

inchiesta, nel ricostruire nuovamente le circostanze ammetteva di aver<br />

telefonato a Santovito. Alla luce di questa affermazione, c’è da chiedersi per<br />

quale ragione un ufficiale del S.I.S.MI, responsabile di un Reparto<br />

Operativo, sentisse l’esigenza, nel momento in cui gli perviene una notizia<br />

sul conto di Semerari, di avvertire un ex Direttore del S.I.S.MI e di non<br />

informare, invece, come prassi avrebbe voluto, la catena gerarchica a salire,<br />

in questo caso il generale Pasquale Notarnicola, capo Reparto Operativo, o<br />

direttamente il capo del Servizio generale Ninetto Lugaresi, o peraltro le<br />

ordinarie forze di Polizia.<br />

Era ha escluso poi di aver fatto parte del Servizio Militare, e ciò in<br />

netto contrasto con altra deposizione resa anni prima al PM di Bologna, al<br />

quale invece aveva dichiarato - dopo che il PM aveva disposto il suo arresto<br />

provvisorio per reticenza - “non ho mai smesso dal 1946 i miei rapporti con<br />

il Servizio di Sicurezza Militare, che venivano assicurati attraverso il mio<br />

collegamento con il generale Demetrio Cogliandro”.<br />

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