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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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navigazione, di compiere missioni operative nei territori occupati e di dare<br />

appoggio logistico con specialisti della ditta presso le basi operative<br />

all’interno del territorio ciadiano. A dire degli escussi queste ultime richieste<br />

furono rifiutate dalla ditta, ma accettate da alcuni singoli dipendenti dietro<br />

lauto compenso.<br />

L’Ufficio ha volto la sua attenzione anche agli incidenti mortali in cui<br />

risultava coinvolto il personale italiano, presente in Libia, dipendente della<br />

società ALI, per tentare di accertare se il pilota del velivolo MiG23, dal<br />

momento che calzava anfibi in uso all’AM, potesse essere stato uno degli<br />

addestratori italiani. Nel corso dell’analisi della documentazione sequestrata<br />

nel 90 e delle escussioni del personale ALI, tese ad appurare detta ipotesi,<br />

veniva rilevato che tre dipendenti erano periti in seguito ad incidenti aerei in<br />

territorio libico: Frescura Giuseppe morto il 12.10.80 in volo di<br />

addestramento con un allievo libico a cui stava probabilmente impartendo<br />

lezione di volo; Brogi Paolo e Rosso Ivan, morti il 3.11.81 mentre stavano<br />

effettuando un volo di ambientamento (v. rapporto DCPP 224/706,<br />

13.05.91).<br />

La società richiamava nuovamente, nel 95, l’attenzione dell’inchiesta<br />

nel corso delle indagini volte ad appurare quanto scritto negli articoli stampa<br />

apparsi sul numero del 7.07.93 di “Avvenimenti”, titolati “Nel mare di<br />

Ustica” – “L’uomo ad un passo da Dio” e “La strana storia dei piloti di<br />

Gheddafi”, ove si faceva riferimento al fatto che il noto Pacini Battaglia<br />

subito dopo la costituzione della società ALI nel 79 fosse divenuto un<br />

consociato di detta società. Da accertamenti svolti, su documentazione già<br />

acquisita agli atti nel 90, emerge che il noto finanziere, è stato effettivamente<br />

socio dell’ALI, ma nel periodo settembre 84 - dicembre 86.<br />

La società Aereo Leasing Italiana veniva correlata dal Servizio con il<br />

noto incidente occorso al MiG23 precipitato in Calabria. Nell’appunto del<br />

28.07.80, la 1ª Divisione riferiva che un’ufficiale dipendente, poi<br />

identificato per il capitano Masci, aveva ipotizzato che il pilota fosse un<br />

italiano ingaggiato dalla Libia tramite la “nota società ALI” e che “per<br />

motivi ora sconosciuti, questi avesse deciso di rientrare in Italia”; la<br />

considerazione dell’ufficiale scaturiva dal fatto che il pilota deceduto<br />

portasse stivaletti anfibi dell’Aeronautica Militare Italiana,<br />

In altra nota inviata il 25 ottobre 80 dal Centro CS di Verona al<br />

Direttore della 1ª Divisione si riferisce invece l’accordo segreto stipulato fra<br />

la Libia e la Jugoslavia relativo all’uso, come scalo tecnico, degli aeroporti<br />

di questo secondo Paese da parte di velivoli libici. Le missioni dirette verso<br />

gli aeroporti d’oltremare prevedevano il decollo dall’aeroporto militare di El<br />

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