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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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applicazione di cui sopra che possono essere date al Consiglio dei<br />

governatori dell’organizzazione e a quei membri del personale dell’Agenzia<br />

che richiedono tale conoscenza in ragione dei loro compiti ufficiali in<br />

relazione alle salvaguardie, ma soltanto in quanto necessarie perché<br />

l’Agenzia adempia alle sue responsabilità nell’applicazione di questo<br />

accordo. Informazioni sommarie sul materiale sottoposto alle salvaguardie in<br />

base a questo accordo possono essere rese pubbliche per decisione del<br />

consiglio se l’Iraq dà il suo accordo”. E quindi, concludeva la nota,<br />

l’Agenzia non era in grado di fornire l’informazione richiesta.<br />

E così usando di una finalità dall’apparenza nobile, si è erto un altro<br />

muro contro la ricerca di questa inchiesta.<br />

Particolare attenzione è stata posta ad alcune circostanze emerse nel<br />

corso dell’inchiesta cosiddetta “Tangentopoli 2”, condotta dalla Procura di<br />

La Spezia, concernenti il cd filone radioattivo. Vi si supponeva, in quelle<br />

indagini, che sul DC9 fossero state imbarcate tre tonnellate di uranio,<br />

trafugate dai depositi dell’Enea di Montecuccolino di Bologna. Dopo la<br />

caduta del DC9 la “Mediterranean Survey Service Spa” (società<br />

specializzata in ricerche sottomarine che aveva come azionista il noto<br />

faccendiere Pierfancesco Pacini Battaglia) sarebbe intervenuta per<br />

recuperare, nella fossa del Tirreno, le barre di materiale radioattivo.<br />

L’uranio, una volta recuperato, sarebbe stato consegnato all’Iraq tramite la<br />

Libia. La prova di queste circostanze sarebbe stata acquisita nelle indagini<br />

del GI Palermo di Trento e sarebbe consistita in due fatture di 852 miliardi<br />

di lire ciascuna, aventi per oggetto la parola “Toys” o “giocattoli” - che nel<br />

corso di altre attività istruttorie veniva usata per indicare “armi” - rimaste a<br />

lungo senza giustificazione.<br />

Sono state di conseguenza compiute complesse e lunghe indagini nel<br />

capoluogo emiliano al fine di accertare se nel primo semestre dell’80 fosse<br />

stato consumato un furto o si fosse verificata una sparizione di materiale<br />

fissile presso i centri di riprocessamento dell’Enea - Agip di Montecuccolino<br />

di Bologna. Le indagini svolte dai Carabinieri appuravano la inesistenza di<br />

denuncie di furto come di segnalazioni di sparizioni di materiale fissile<br />

presso il centro “Agip Nucleare” sito in Montecuccolino di Bologna. Veniva<br />

però rinvenuto, presso gli atti del Comando Arma di Medicina (Bo), un<br />

rapporto giudiziario datato 09.08.79 redatto dal Comando CC.<br />

Antisofisticazione e Sanità Nas di Bologna su indagini esperite circa un<br />

episodio di rottura e fuoriuscita di polvere radioattiva da un pacco postale,<br />

contenente all’origine g.2,047 di “uranato di sodio” spedito dalla “Somair”<br />

Societè des Mines de l’Air di Airlit (Repubblica del Niger) e diretto al<br />

Centro Nucleare di Medicina, verificatosi il 27.07.79 in Bologna. Come si<br />

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