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della contaminazione. Ma gli elementi a disposizione non hanno consentito,<br />
come si dirà più oltre, di verificarla con certezza.<br />
Non solo: un’indagine condotta dalla Marina Militare su richiesta<br />
dell’Ufficio – di cui si farà riferimento nella parte delle perizie - ha accertato<br />
che sul ponte delle navi ove furono collocati quei reperti non era possibile<br />
che accadesse l’inquinamento. Sui ponti delle navi non dovrebbero<br />
assolutamente esserci tritoliti cioè tritolo e T4, dal momento che vi passano<br />
solo proiettili d’artiglieria e siluri, che sono comunque conservati in sala<br />
siluri. I tecnici della Marina scrivono nella relazione che anche l’eventuale<br />
sfregamento dei bagagli recuperati con le testate dei siluri non avrebbe<br />
potuto determinare la contaminazione di esplosivo in quanto i quantitativi di<br />
T4 rinvenuti nell’esperimento erano in una quantità così minima da non<br />
poter consentire un inquinamento dei reperti. Deve peraltro essere osservato<br />
che al più potrebbe essere stato un inquinamento dovuto alla presenza<br />
occasionale sulla nave di panetti dei guastatori, ovviamente in tempo<br />
precedente il recupero dei bagagli. Lo sparo dei proiettili lascia solo tracce<br />
delle polveri da sparo, che sono a base di nitroglicerina e nitrocellulosa,<br />
mentre il lancio dei siluri avviene normalmente utilizzando aria compressa.<br />
A Boccadifalco e a Ciampino di certo non v’erano residui di T4 e<br />
tritolo. A rigore questi due esplosivi potrebbero essere stati solo nei<br />
laboratori AM. Ma allora potrebbe prender quota anche l’ipotesi<br />
dell’inquinamento voluto, proprio con finalità di sviamento delle indagini.<br />
Sia perché le ricerche condotte in quei laboratori rilevarono solo il T4,<br />
indirizzando l’inchiesta verso la tesi dell’esplosione interna, sia perché dalle<br />
conclusioni della perizia Malorni-Acampora risulta la presenza di una<br />
miscela di TNT e T4 in proporzioni vicine a quelle originali del Compound<br />
B. Dopo la detonazione la proporzione a causa delle diverse caratteristiche<br />
dei due esplosivi si modifica nel senso che rispetto alla composizione<br />
iniziale si trova una quantità maggiore di TNT e conseguentemente una<br />
minore quantità di T4. Aver trovato quantità relative di TNT e T4 simili alla<br />
composizione iniziale porta all’ipotesi di una contaminazione.<br />
In conclusione si può affermare, da tutte le perizie sopra prese in<br />
considerazione, che appare più che sufficientemente sicuro che sui reperti<br />
raccolti sul luogo dell’esplosione nella stazione di Bologna vi era presenza<br />
di tracce di: a. nitroglicerina; b. nitroglicol; c. nitrato di ammonio; d. nitrato<br />
di sodio; e. solfato di bario; f. tritolo; g. T4. La presenza dei primi sei<br />
costituenti, cioè nitroglicerina, nitroglicol, nitrati di ammonio, nitrati di<br />
sodio, solfato di bario e tritolo induce a ritenere che si fosse usato esplosivo<br />
da mina. In commercio all’epoca, come tutt’oggi, vi erano esplosivi di tal<br />
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