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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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in Libano alla Croce Rossa Palestinese -; su Mehishi Omar Abdallah -<br />

autore di fallito golpe in Libia, rifiutato da Governi occidentali ed arabi,<br />

ammesso solo alla Mecca, ma come comune pellegrino -; su Jalloud<br />

Abdusalem - Primo Ministro libico a rischio di defenestrazione per scandali<br />

causati da suo fratello e di sostituzione con il Ministro dell’Interno Hamed<br />

Kulsadi, cui sarebbe successo il <strong>Capo</strong> della polizia militare Mustafà<br />

Khannubi -; su El Huni - ex Ministro degli Affari Esteri libico - a rischio di<br />

attentato da parte di elementi di George Habbash, buon amico di Gheddafi -;<br />

su 14 piloti palestinesi giunti a Tripoli da Mosca, dopo essere stati addestrati<br />

in URSS; su un piano di attentato al Re Khaled Bin Abdel Aziz Saud<br />

dell’Arabia Saudita - tra gli organizzatori uno sarebbe stato pronto a riferire<br />

ai Servizi segreti i termini del progetto-; sull’entità dei fondi stanziati dal<br />

Governo libico, cioè un milione e duecentomila dollari- per una serie di<br />

attentati contro gli Stati Uniti, che sarebbero stati attuati da palestinesi,<br />

cubani e portoricani; su Abu Daud - presunto responsabile della strage<br />

durante le olimpiadi di Monaco di Baviera, strage di cui sarebbe stato a<br />

conoscenza oltre che Gheddafi anche il Ministro degli Esteri all’epoca e<br />

capo dei Servizi di Informazione El Huni -; su Abu Nidal e gli eredi di Wadi<br />

Haddad - le cui formazioni erano organizzate dal Servizio di Sicurezza<br />

iracheno -; su George Habbash - che recatosi in visita a Cuba e a colloqui<br />

con Fidel Castro, da costui, che esprimeva vivo apprezzamento per gli ideali<br />

BR, avrebbe ricevuto invito per tutti i palestinesi a fraternizzare con i<br />

brigatisti rossi nel nome dei comuni ideali antimperialisti.<br />

<strong>Il</strong> valore di Lahderi era stato scoperto pure dagli Americani, che lo<br />

avevano arruolato anch’essi addirittura come agente della Stazione CIA in<br />

Roma. In tal senso il <strong>Capo</strong> della stazione stessa, il noto Clarridge, che in un<br />

primo esame, quello compiuto in commissione rogatoria a S.Diego nel<br />

maggio 94, alla domanda se avesse seguito - egli era <strong>Capo</strong> Stazione CIA a<br />

Roma nell’80 - gli assassinii compiuti nel nostro Paese a danni degli<br />

oppositori al regime gheddafiano, aveva risposto che in quella campagna<br />

egli aveva perduto due agenti. Su tali delitti egli era poi più preciso<br />

nell’esame compiuto nella successiva rogatoria nel maggio 96 a Washington<br />

allorchè, essendo di certo ritornato con la memoria sugli episodi, affermava<br />

che uno dei suoi agenti uccisi era stato freddato all’interno di una cabina<br />

telefonica alla stazione di Milano, che costui era persona di livello<br />

abbastanza alto quanto alla qualità delle notizie fornite, che si “sospettava”<br />

che lavorasse anche per l’intelligence italiana. E sul punto Clarridge riferisce<br />

in modo chiarissimo, anche se con linguaggio molto diplomatico, quale fosse<br />

lo stato dei rapporti tra CIA e S.I.S.MI sulla questione libica. “La nostra<br />

cooperazione con il S.I.S.MI sull’obiettivo libico - on the Libyan target -<br />

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