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Ma tali problemi non influiscono minimamente nei rapporti<br />
commerciali tra l’Italia e la Libia. Infatti proprio in quell’ anno veniva<br />
siglato un accordo tra la Libia e la Società Siai Marchetti, che prevedeva<br />
l’acquisto da parte della Libia di aerei da addestramento SF260. Acquisto, al<br />
quale seguiva l’invio in Libia di piloti istruttori e specialisti, per lo più<br />
provenienti dalla carriera militare e “arruolati” dalla società ALI. La vicenda<br />
era emersa dalla documentazione trasmessa dal S.I.S.MI nell’autunno del<br />
1989, tra cui un documento interno che riferiva di indicazioni fornite ai libici<br />
da ex militari italiani in Libia sui punti critici della Difesa Aerea italiana, ed<br />
un appunto in cui veniva addirittura avanzata l’ipotesi che il pilota del MiG<br />
caduto sulla Sila fosse in realtà uno dei piloti italiani all’epoca assoldati dai<br />
libici. Quest’ultimo appunto è quello redatto dal capitano Masci al rientro<br />
dalla Calabria e sul quale si è fatto ampiamente cenno nella parte relativa al<br />
S.I.S.MI.<br />
Sulla base di questa documentazione venivano richiesti al Servizio<br />
ulteriori documenti, da cui è emerso che: l’Aero Leasing Italiana fu oggetto<br />
di indagini riservate ad opera del S.I.S.MI a partire sin dal 79, come si rileva<br />
dagli appunti inviati il 27.10.79 e il 14.12.79 al Ministro della Difesa Ruffini<br />
e al Segretario Generale del CESIS Pelosi; il Servizio rendeva noto che<br />
ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica Militare Italiana, collocati in congedo<br />
a domanda o per raggiungimento del limite di età, venivano contattati dalla<br />
Siai-Marchetti, società del settore aeronautico, in virtù di un accordo<br />
commerciale stipulato con la Libia, “nel quale era prevista la temporanea<br />
presenza in territorio libico, a spese di quel Governo, di istruttori qualificati<br />
sui velivoli forniti da parte della stessa società”.<br />
Le operazioni di “reclutamento” erano coordinate dal generale Mario<br />
Tortora, titolare di un’imprecisata agenzia con sede in Roma, unitamente<br />
agli altri consociati generale Paolo Moci e colonnello Luciano Pedenovi;<br />
detta agenzia avrebbe operato per conto del governo libico con funzioni di<br />
“reclutamento, addestramento, pianificazione e programmazione dell’attività<br />
addestrativa e tecnico logistica”.<br />
Veniva segnalato, inoltre, che detto esodo avrebbe provocato<br />
inevitabilmente riflessi negativi sulla sicurezza nazionale, in quanto il<br />
personale qualificato con un notevole bagaglio d’esperienza, allettato “dalle<br />
invitanti proposte libiche potrebbe richiedere precocemente e a getto<br />
continuo, di essere collocato in congedo, provocando così un<br />
depauperamento degli organici dell’Aeronautica Militare Italiana ed un<br />
danno economico non indifferente allo Stato”.<br />
<strong>Il</strong> 3l marzo del 80, il Servizio informava il Ministro della Difesa, il<br />
Segretario generale del CESIS e la Presidenza del Consiglio che la società<br />
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