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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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offriva il destro a numerose critiche) il Segretario di Stato Rogers che<br />

chiedeva la pena di morte.<br />

Sempre nel 73 il capitano Labruna, i colonnelli Minerva, Giovannone<br />

e Milani del SID si recarono a Tripoli con l’aereo dell’Aeronautica a<br />

disposizione del Servizio, un Argo 16, per accompagnare due dei cinque<br />

terroristi arabi arrestati ad Ostia con due lanciamissili terra aria e i relativi<br />

congegni di lancio; armi con le quali avrebbero dovuto colpire un aereo delle<br />

linee EL AL in volo in prossimità di Fiumicino. Gli arabi erano stati arrestati<br />

il 5 settembre 73 dal SID in un appartamento presso Ostia. La liberazione<br />

dei terroristi arabi avvenne su richiesta dell’OLP di Arafat, che si impegnò<br />

nella circostanza a non porre più in atto condotte di terrorismo in territorio<br />

italiano (v. appunti del 26.10.73 e 19.10.73 trasmessi dalla Presidenza del<br />

Consiglio con missiva del 27.01.98).<br />

E’ sempre il colonnello Sasso a fornire un’indicazione interessante<br />

sull’incidente occorso poi al velivolo che aveva trasportato i fedayn in Libia,<br />

riferendo che “successivamente - a livello di Centro - allorché apprendemmo<br />

che l’aereo caduto era lo stesso con il quale erano stati trasportati in Libia i<br />

terroristi, ipotizzammo che potessero essere stati gli israeliani responsabili<br />

della caduta come atto di ritorsione nei confronti del nostro operato”. (v.<br />

esame Sasso Aldo, GI 07.02.97).<br />

La vicenda della sciagura all’aereo Argo 16 risale al 23 novembre 73.<br />

L’aereo dopo il decollo da Venezia Tessera si schiantò a Marghera e ne<br />

conseguì la morte dei quattro militari dell’equipaggio. La vicenda era stata<br />

archiviata come disastro aereo senza l’indicazione di colpe; il caso veniva<br />

invece riaperto a seguito dell’intervista che nel 1986 il generale Ambrogio<br />

Viviani rendeva ad un settimanale, nella quale chiaramente affermava che la<br />

disgrazia “fu un avvertimento del Mossad, il servizio segreto israeliano, un<br />

consiglio un po’ cruento per far capire al nostro paese di smetterla con<br />

Gheddafi e con il terrorismo arabo palestinese”.<br />

L’istruttoria ha rilevato che la “trattativa” tra il Governo italiano e la<br />

Libia per il rilascio dei fedayn era stata seguita direttamente a Tripoli dal<br />

colonnello Marzollo del Raggruppamento Centri CS di Roma. Interlocutore<br />

dell’ufficiale, sulla delicata vicenda, il maggiore El Houni, capo del Servizio<br />

libico. Marzollo richiese a El Houni un intervento diretto sull’organizzazione<br />

terroristica “Settembre Nero” a causa delle intimidazioni che esponenti della<br />

stessa centrale terroristica avevano effettuato nel Libano su agenti del SID;<br />

intimidazioni consistenti in una sorta di ultimatum con scadenza al 25<br />

settembre 73 per la liberazione dei cinque terroristi arrestati a Ostia e<br />

minacce di rappresaglia dopo tale data. Senza ottemperare alle ingiunzioni<br />

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