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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Ad infiammare ulteriormente le relazioni trai due Paesi contribuì la<br />

riunione di oppositori libici in esilio che si svolse al Cairo il 15 giugno, e alla<br />

quale parteciparono circa 1800 persone convenute anche da altri Paesi.<br />

Durante questo convegno furono anche prospettati atti di rappresaglia contro<br />

la Libia. Dura la reazione di Gheddafi che minacciò ritorsioni al Paese<br />

ospitante. Minacce alle quali il Cairo rispose rinforzando ulteriormente il<br />

dispositivo bellico alla frontiera con la Libia, che, a sua volta, interpretò<br />

questa decisione come una vera e propria dichiarazione di belligeranza,<br />

fortificando a sua volta il proprio apparato militare nella zona orientale, ai<br />

confini con l’Egitto. Una escalation perciò forte e rapidissima. Tuttavia, la<br />

tensione, nonostante fosse giunta a livelli altissimi, non sfociò in scontri<br />

armati. Sono proprio di questo periodo gli aiuti americani all’Egitto. Un’<br />

interessante ricostruzione della tensione tra i due Paesi è esposta in uno<br />

studio per la Commissione Stragi dal titolo “La situazione mediterranea nel<br />

1980”. In questo documento si legge: “il 17 giugno, la miccia della tensione<br />

militare, si e' accesa nel deserto del Nord Africa. <strong>Il</strong> presidente egiziano<br />

Sadat, che ha da poco assunto anche la carica di primo ministro, dichiara lo<br />

stato di emergenza nella regione al confine con la Libia (Keesing's,<br />

21.11.80, p.30586). Nella terza settimana di giugno, cioè nei giorni in cui la<br />

forza di battaglia della Saratoga controlla il mare a sud della Sicilia, inizia ad<br />

operare sui cieli del Mediterraneo un ponte aereo statunitense di sostegno<br />

all'Egitto.<strong>Il</strong> ponte aereo è parte dell'operazione Proud Phantom, il cui<br />

obiettivo ufficiale è un'esercitazione della durata di tre mesi, durante i quali<br />

un gruppo di volo di Phantom del 347° stormo tattico dell'Aeronautica<br />

americana verrà trasferito dalla base di Moody, Georgia, all'aeroporto di<br />

Cairo ovest, apparentemente per addestrarsi assieme ai piloti egiziani. Nei<br />

mesi precedenti, infatti, l'Aeronautica egiziana ha ricevuto trentacinque<br />

Phantom americani, nel quadro delle misure legate alla firma del trattato di<br />

pace con Israele (Aviation Week and Space Technology, 28.01.80, p.22 e<br />

10.06.80). <strong>Il</strong> ponte aereo americano per l'Egitto è sostenuto dagli aerei da<br />

trasporto militari: i C-5 Galaxy e i C-141 Starlifter. Un Galaxy puo'<br />

trasportare centodieci tonnellate di materiali ed uno Starlifter duecento<br />

uomini. Saranno necessari quaranta voli e tre settimane per preparare<br />

l'aeroporto di Cairo ovest ad accogliere i dodici Phantom americani e i circa<br />

seicento specialisti di supporto.<br />

I Galaxy e gli Starlifter impegnati nel ponte aereo si muovono dalle<br />

loro basi, tra Stati Uniti, Europa occidentale ed Egitto. Passato l'Oceano<br />

Atlantico, atterrano a Francoforte, nella Repubblica Federale Tedesca, o a<br />

Torrejon, in Spagna. Fanno poi tappa a Sigonella, in Italia, prima di<br />

sorvolare il Mediterraneo ed atterrare al Cairo. Scaricati mezzi ed uomini,<br />

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