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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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deboli della Difesa Aerea italiana. Secondo quanto riferito sempre dal Del<br />

Re, questa informazione egli l’aveva comunicata al sostituto procuratore di<br />

Venezia Tiribilli, il quale gli aveva consigliato di non rivelarla a nessuno,<br />

dandogli nel contempo assicurazione che se ne sarebbe occupato<br />

personalmente (v. esame Del Re Aldo, GI 18.10.90).<br />

Ha anche riferito che durante una cena in un albergo di Amsterdam,<br />

alla presenza di appartenenti ad organismi di polizia e Servizi di sicurezza di<br />

altri Paesi, un francese, appartenente allo SDECE, aveva dato<br />

un’interpretazione particolare della strage di Ustica, secondo cui essa<br />

sarebbe maturata nell’ambito di un <strong>contesto</strong> di lotte tra “gruppi” italiani.<br />

Sosteneva costui in particolare che vi era una “cricca” formata da elementi<br />

dei servizi segreti, politici e uomini d’affari, che voleva danneggiare un<br />

grosso personaggio italiano. Tale gruppo, secondo quanto riferito dal<br />

francese, era condizionato dalla CIA e si sarebbe dovuto avvalere di un<br />

gruppo di legionari francesi per raggiungere lo scopo. La caduta del DC9<br />

sarebbe stata riconducibile ai contrasti sorti tra i mandanti<br />

dell’organizzazione e i legionari, contrasti in conseguenza dei quali, come<br />

atto dimostrativo, il DC9 sarebbe stato abbattuto con un missile. Fonte di<br />

tale ricostruzione, riferiva al Del Re l’ufficiale francese, sarebbe stato un<br />

non meglio indicato ufficiale dell’Aeronautica Militare italiana in servizio<br />

presso la NATO a Bruxelles. Su esplicita richiesta del Del Re, il francese<br />

affermava altresì che vi era una correlazione tra la strage di Ustica ed il<br />

MiG caduto a Castelsilano, specificando che questo velivolo, dopo essere<br />

stato in Jugoslavia per riparazioni, era stato parcheggiato in Italia in uno<br />

degli aeroporti speciali usati dai Servizi (v. esame Del Re Aldo, GI<br />

13.11.91).<br />

Della questione trattata nel primo incontro con i due generali dell’AM<br />

e cioè la ricerca di un canale per la vendita di parti di ricambio di velivoli<br />

alla Libia, il Del Re ha parlato più volte nel corso delle sue escussioni. Egli,<br />

mentre si trovava presso la sede della società ICER sita in via Montezebio a<br />

Roma, nel corso di una serie di riunioni con Marcello Nisi, cittadino<br />

americano che in Italia si occupava di appalti e forniture internazionali,<br />

aveva conosciuto, come sopra si diceva, due alti ufficiali dell’Aeronautica,<br />

dei quali ricordava solo il nome di uno ovvero Guglielmetti, che richiesero la<br />

sua disponibilità “a promuovere contatti in Libia per la fornitura di parti di<br />

aereo”; proposta a cui però il Del Re non aveva aderito. (v. esame Del Re<br />

Aldo, GI 15.10.90).<br />

<strong>Il</strong> teste nel corso degli esami testimoniali ricostruiva con più<br />

precisione gli incontri. La riunione con i due generali, che aveva avuto luogo<br />

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