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diplomatico iniziato l’anno prima, che disinnesca, rendendola neutrale, una<br />
possibile futura crisi politico militare incentrata sull’isola di Malta.<br />
<strong>Il</strong> 2 agosto salta in aria la stazione di Bologna.<br />
<strong>Il</strong> 6 agosto una parte dell’esercito libico si ribella e tenta un colpo di<br />
stato contro Gheddafi. I congiurati saranno sconfitti dall’intervento di unità<br />
militari della Germania orientale che riescono ad impedire la cattura del<br />
colonnello Gheddafi. Di questo colpo di stato Gheddafi accuserà l'Italia,<br />
arrestando tre imprenditori italiani ritenuti i fiancheggiatori degli insorti.<br />
(verranno rilasciati dopo sei anni. Per almeno uno di essi si sa per certo che<br />
fosse un funzionario o un confidente dei servizi segreti italiani: il suo nome<br />
venne fuori durante il rapimento Casella, come quello di un agente dei<br />
Servizi segreti che trattò con i rapitori del giovane).<br />
<strong>Il</strong> 24 agosto un sottomarino ed una nave da guerra libici intimarono,<br />
con la minaccia di prenderla a cannonate, alla nave italiana Saipem-2 di<br />
interrompere le ricerche petrolifere sui banchi di Medina iniziate per<br />
rispettare le clausole dell’accordo Italo-Maltese, ed andarsene. Si sfiora la<br />
battaglia fra le navi italiane intervenute a difesa della Saipem e le navi<br />
libiche. Gli F104 di Trapani Birgi pattugliano il cielo di Malta.<br />
<strong>Il</strong> 26 agosto il governo maltese mise in stato di allerta la sua forza<br />
aerea (quattro elicotteri). <strong>Il</strong> 27 agosto il personale militare libico espulso<br />
dall’isola di Malta. <strong>Il</strong> 2 settembre l’Italia si impegna a garantire l’integrità<br />
territoriale di Malta (dopo i fuochi, direbbero a Roma). <strong>Il</strong> 3 settembre il<br />
premier maltese Dom Mintoff vola a Roma per approfondire le intese Italia-<br />
Malta. <strong>Il</strong> 4 settembre, su richiesta maltese, si riunisce il consiglio di<br />
sicurezza dell’Onu per esaminare “l’azione illegale” della Libia. <strong>Il</strong> 9<br />
settembre si ratifica l’accordo fra l’Italia e Malta, che prevede fra l’altro<br />
l’esclusione delle navi americane e sovietiche dai porti dell’isola. <strong>Il</strong> 20<br />
settembre Dom Mintoff rivela le clausole finanziarie dell’accordo con<br />
l’Italia: Un aiuto (regalo) di 60 milioni di dollari per il periodo 79-83. Un<br />
prestito di 15 milioni di dollari. Un contributo di 4 milioni di dollari all’anno<br />
per 5 anni. Totale 95 milioni di dollari dell’epoca e Malta è grande come un<br />
piccolo quartiere di Roma.<br />
<strong>Il</strong> trattato italo-maltese, di durata decennale, è stato rinnovato nel 90<br />
ed è tuttora valido. Perché? Non certo per tenere fuori Malta le navi USA, di<br />
cui Italia è tradizionalmente alleata, o le navi URSS, di cui è<br />
tradizionalmente amica.<br />
Questa la storia della vicenda Italia-Libia-Malta dell’estate 1980 che<br />
potrebbe rispondere all’interrogativo del generale Melillo sul perché lanciare<br />
missili sul Tirreno in tempo di pace.<br />
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