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dissuadere i leaders che si erano riuniti a Venezia da un’aperta condanna<br />
della presenza sovietica in Afghanistan, e di seminare discordie tra il<br />
presidente Giscard ed il presidente Carter. L’intervento però non centrò il<br />
bersaglio desiderato dai sovietici in quanto spinse il dibattito a concentrarsi<br />
sulla presenza sovietica in Afghanistan piuttosto che sulle misure da adottare<br />
contro l’Unione Sovietica, sulle quali sarebbe stato difficile addivenire ad un<br />
consenso unanime. Tutti convennero che un ritiro parziale delle truppe<br />
sovietiche, se confermato, sarebbe stato utile solo in quanto fosse stato il<br />
primo passo di un ritiro totale e permanente. Pertanto la risposta occidentale<br />
fu chiara e secca. In un documento approvato nelle prima giornata dei lavori<br />
e letto dal presidente Cossiga, si affermava che il ritiro sovietico, se voleva<br />
rappresentare un reale contributo alla soluzione della crisi afghana, doveva<br />
essere permanente e doveva, soprattutto, continuare sino alla completa<br />
evacuazione dei reparti dell’Armata Rossa dall’Afghanistan. I “sette” dopo<br />
aver definito inaccettabile l’occupazione sovietica, dichiaravano che<br />
l’Afghanistan doveva essere messo in condizioni di riacquistare la propria<br />
indipendenza e la sua sovranità. Tutte le delegazioni manifestavano però un<br />
forte scetticismo sulla probabilità di un progressivo ritiro sovietico. La<br />
conferma di queste previsioni negative si verificava qualche giorno più tardi.<br />
L’Ambasciatore sovietico Rebig consegnava il 27 giugno all’incaricato<br />
d’affari italiano nella capitale afghana un messaggio nel quale si affermava<br />
che non ci sarebbero stati ulteriori ritiri di truppe sovietiche fino a quando<br />
non fossero terminate le interferenze straniere in Afghanistan.<br />
Nel corso degli incontri l’intero dibattito politico fu pertanto dedicato<br />
all’Afghanistan ed ai rapporti Est-Ovest con particolare riferimento alle<br />
visite che il cancelliere Schmidt aveva in programma per la fine di giugno.<br />
Nella circostanza i leaders approvarono tre risoluzioni: la prima sulla presa<br />
in ostaggio di diplomatici; la seconda sul problema dei rifugiati nel mondo;<br />
una terza sulla pirateria aerea.<br />
Dopo il summit di Venezia del 22 e 23 giugno si riuniva ad Ankara<br />
nei giorni 25 e 26 giugno il Consiglio Atlantico al quale partecipavano tutti i<br />
Ministri degli Esteri dei Paesi della NATO. Dalle riunioni emergeva la linea<br />
della fermezza. Veniva ribadita la decisione di installare gli euromissili,<br />
lasciando però aperta la possibilità di riprendere i negoziati con il Cremlino.<br />
4. La strage di Bologna. La connessione tra le due stragi.<br />
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