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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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dissuadere i leaders che si erano riuniti a Venezia da un’aperta condanna<br />

della presenza sovietica in Afghanistan, e di seminare discordie tra il<br />

presidente Giscard ed il presidente Carter. L’intervento però non centrò il<br />

bersaglio desiderato dai sovietici in quanto spinse il dibattito a concentrarsi<br />

sulla presenza sovietica in Afghanistan piuttosto che sulle misure da adottare<br />

contro l’Unione Sovietica, sulle quali sarebbe stato difficile addivenire ad un<br />

consenso unanime. Tutti convennero che un ritiro parziale delle truppe<br />

sovietiche, se confermato, sarebbe stato utile solo in quanto fosse stato il<br />

primo passo di un ritiro totale e permanente. Pertanto la risposta occidentale<br />

fu chiara e secca. In un documento approvato nelle prima giornata dei lavori<br />

e letto dal presidente Cossiga, si affermava che il ritiro sovietico, se voleva<br />

rappresentare un reale contributo alla soluzione della crisi afghana, doveva<br />

essere permanente e doveva, soprattutto, continuare sino alla completa<br />

evacuazione dei reparti dell’Armata Rossa dall’Afghanistan. I “sette” dopo<br />

aver definito inaccettabile l’occupazione sovietica, dichiaravano che<br />

l’Afghanistan doveva essere messo in condizioni di riacquistare la propria<br />

indipendenza e la sua sovranità. Tutte le delegazioni manifestavano però un<br />

forte scetticismo sulla probabilità di un progressivo ritiro sovietico. La<br />

conferma di queste previsioni negative si verificava qualche giorno più tardi.<br />

L’Ambasciatore sovietico Rebig consegnava il 27 giugno all’incaricato<br />

d’affari italiano nella capitale afghana un messaggio nel quale si affermava<br />

che non ci sarebbero stati ulteriori ritiri di truppe sovietiche fino a quando<br />

non fossero terminate le interferenze straniere in Afghanistan.<br />

Nel corso degli incontri l’intero dibattito politico fu pertanto dedicato<br />

all’Afghanistan ed ai rapporti Est-Ovest con particolare riferimento alle<br />

visite che il cancelliere Schmidt aveva in programma per la fine di giugno.<br />

Nella circostanza i leaders approvarono tre risoluzioni: la prima sulla presa<br />

in ostaggio di diplomatici; la seconda sul problema dei rifugiati nel mondo;<br />

una terza sulla pirateria aerea.<br />

Dopo il summit di Venezia del 22 e 23 giugno si riuniva ad Ankara<br />

nei giorni 25 e 26 giugno il Consiglio Atlantico al quale partecipavano tutti i<br />

Ministri degli Esteri dei Paesi della NATO. Dalle riunioni emergeva la linea<br />

della fermezza. Veniva ribadita la decisione di installare gli euromissili,<br />

lasciando però aperta la possibilità di riprendere i negoziati con il Cremlino.<br />

4. La strage di Bologna. La connessione tra le due stragi.<br />

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