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isultati ed in particolare evidenziando gli stessi livelli di arricchimento di<br />
sali di bario. - <strong>Il</strong> cratere prodotto dalle cariche 1-8 è più simile all'originale,<br />
mentre nella 2, dove c'è anche il Sismic, si sono avute quote diverse (anche<br />
se ciò può essere attribuito alla configurazione della carica) per un diverso<br />
potere brisante e disomogeneità della carica. - Si è avuta presenza dello ione<br />
ammonio come a Bologna, sia con le cariche 1-8 utilizzanti amatolo a base<br />
di TNT e nitrato ammonico, sia nella prova 2 dove è stato utilizzato il<br />
Sismic. - La nitroglicerina è pur evidenziata sia là dove era presente quale<br />
componente di esplosivo pulverulento militare (polvere di lancio per razzo<br />
da 320mm. - campione 8) sia quale componente del Sismic. - Gli esplosivi<br />
TNT e T4, presenti nelle prove sperimentali 1-2-8 in quantità dieci volte<br />
inferiore di quanto non sarebbe stato nella carica ipotizzata dai PTU (a base<br />
di gelatina da cava per usi civili), hanno lasciato minori tracce di quelle<br />
evidenziate nell'attentato; il comportamento poi del T4 in tutte le prove di<br />
scoppio ha evidenziato la sua tendenza, quale esplosivo ad altissima velocità<br />
e sensibilità, ad apparire in cromatografia in quantità ridottissime pur essendo<br />
presente in carica a livelli del 20-30% del totale; tale scarsissima rilevanza<br />
non può quindi essere assunta come indice di utilizzo di tale esplosivo come<br />
semplice arricchente o come impurità, caratteristica del TNT delle<br />
lavorazioni di fabbriche utilizzanti esplosivi di varie provenienze.<br />
Pertanto pare di poter asserire che esplosivo del tipo condensato delle<br />
specie tritolite e (forse) amatolo simile a quello dei campioni 11-13 e 4 del<br />
Garda, unitamente ad un esplosivo a base di nitroglicerina del tipo Sismic2<br />
di uso civile o equivalente militare, contenente sali di bario, possono essere<br />
stati impiegati nell'attentato alla stazione FS di Bologna” (v. rapporto DCPP<br />
datato 06.10.93 e relativi allegati).<br />
La Corte di Assise d’Appello di Bologna, pertanto, sulla base di<br />
quanto rilevato da quest’ultima perizia disponeva un incarico peritale in cui<br />
si chiedeva, tra l’altro, di effettuare la comparazione tra l’esplosivo<br />
recuperato dal lago di Garda, l’esplosivo sequestrato sul treno Taranto<br />
Milano e l’esplosivo utilizzato nell’attentato alla stazione ferroviaria di<br />
Bologna. <strong>Il</strong> collegio peritale alla fine delle indagini chimico-analitiche e ad<br />
alcune prove di scoppio, traeva le seguenti conclusioni: “Non è possibile,<br />
sulla scorta di analisi di tracce di residui esplosivi recuperati dopo il<br />
brillamento di una carica, definire con certezza la costituzione originaria<br />
della carica medesima; per quanto concerne l’esplosivo da mina di tipo<br />
gelatinato, che si ipotizza essere stato impiegato nella carica esplosa a<br />
Bologna, può essere evidenziata una buona similitudine (a parte la presenza<br />
di T4) con l’analogo esplosivo repertato in due degli otto contenitori<br />
ritrovati sul treno Taranto – Milano, mentre non esiste praticamente alcuna<br />
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