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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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dichiarato di aver avuto l’occasione di conoscere Castelli e Seliciato pochi<br />

giorni prima del suo arresto, presso la sua azienda a Tripoli. Escludeva di<br />

essere stato coinvolto nel colpo di Stato ai danni del Governo libico e di<br />

aver partecipato alla sua realizzazione. Asseriva che in occasione di un suo<br />

viaggio a Tobruk, nei primi di luglio del 1980, Castelli e Seliciato gli<br />

avevano consegnato delle planimetrie, da portare a Tripoli, affermando che<br />

si trattava di planimetrie relative ad un impianto avicolo. Peruzzo ricordava<br />

di aver portato quelle cartine a Tripoli e che Castelli si era offerto di portarle<br />

in Italia personalmente (v. esame Peruzzo , GI 31.10.90).<br />

Elementi di conferma del tentativo di rivolta sono giunti da Seliciato,<br />

titolare della sede di Tobruk della ditta import export Selexport di Padova,<br />

che frequentava la Libia dal 75. Questi dichiara di essere stato arrestato in<br />

Libia il 2 agosto 80, poco prima delle 24. Da pochi minuti aveva appreso<br />

dalla radio italiana che la mattina era esplosa una bomba alla stazione<br />

ferroviaria di Bologna, e di essere stato accusato di tentativo di colpo di<br />

Stato, di cospirazione e di tentato omicidio ai danni di Gheddafi.<br />

Seliciato afferma che il colpo di Stato era stato organizzato dal<br />

capitano Idris Sheybi, un ufficiale che aveva partecipato all’altro golpe,<br />

quello del 69 che portò al rovesciamento di re Idris ed alla presa del potere<br />

di Gheddafi. Motivo scatenante del tentativo - continua Seliciato - erano<br />

stati gli scontri violenti verificatisi a Tobruk nel maggio e giugno 80 tra i<br />

Comitati rivoluzionari e la popolazione civile, che avevano provocato morti<br />

e feriti. Sheybi a seguito di questi sanguinosi eventi si rifiutò di eseguire una<br />

rappresaglia nei confronti delle persone coinvolte nei disordini; di qui dissidi<br />

con Gheddafi. Ma da questo momento anche l’avvio del progetto<br />

insurrezionale, che Sheibi nutriva già da tempo. Fu Sheybi medesimo a<br />

rivelargli i progetti di sollevazione per spodestare Gheddafi. Progetti<br />

finalizzati da una parte al riavvicinamento della Libia all’Occidente,<br />

dall’altra a chiudere i rapporti con i paesi dell’Est. Seliciato aggiunge anche<br />

di aver percepito i segnali di rivolta ancor prima delle confidenze di Sheybi.<br />

Ricorda che Ahmed Marzuk, uomo di fiducia di Sheybi, qualche mese prima<br />

di Tobruk gli aveva fatto richiesta di un fucile di precisione; richiesta però<br />

che il giorno successivo era stata annullata. Va subito detto che tale richiesta<br />

ha trovato conferma nelle dichiarazioni di Del Re, che la ritenne come un<br />

sondaggio della loro affidabilità. Egli non credette che il fucile di precisione<br />

dovesse servire alla caccia grossa, ma stimò che sarebbe stato usato per<br />

compiere un attentato a Gheddafi. (v. esame Del Re Aldo, GI 05.10.90).<br />

Seliciato riferisce che la sua posizione era ritenuta utile da Sheybi in<br />

quanto costui aveva bisogno della necessaria copertura aerea da parte del<br />

regime di Sadat. Per raggiungere tale scopo egli si era affidato ad un proprio<br />

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