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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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eattore era stata inviata alla Temav di Porto-Marghera, società che era<br />

succeduta all’Agip nucleare nella gestione dei laboratori di Medicina, ove<br />

nel 1987 (anno di cessazione dell’attività del reattore) veniva trasportata per<br />

la prima volta la documentazione. A memoria del Brighenti, il materiale<br />

fissile adoperato nel reattore RB2 negli anni tra il 1963 e il 1987 venne<br />

trasferito come di seguito riportato: piccolissime partite furono affidate, nel<br />

rispetto delle leggi, a laboratori autorizzati; le grosse partite, quelle prese in<br />

affitto furono restituite ai legittimi proprietari, quelle di proprietà ENI<br />

costituite da una partita di uranio arricchito al 20% e di un’altra partita al<br />

90% furono vendute tra gli anni 1982-1986 alla ditta Nukem del Gruppo<br />

Degussa di Francoforte. Copia di tale documentazione era comunque<br />

rinvenibile presso l’allora Disp - Divisione Sicurezza e Controllo dell’ex<br />

CNEN ora Enea. La documentazione successivamente acquisita da questo<br />

GI presso l’ENIrisorse ex Temav di Porto Marghera confermava quanto<br />

riferito dal Brighenti.<br />

Le indagini venivano allargate oltre al Centro di Montecuccolino<br />

anche ad altre aree di interesse quali il Centro dell’Agip nucleare e un centro<br />

del Cnr situati entrambi in Medicina (Bo), e ad una centrale nucleare (mai<br />

operante) in località Brasimone. Le indagini condotte sul luogo e presso i<br />

comandi dell’Arma competenti appuravano che i locali del Centro Agip<br />

nucleare di Medicina situato in via Sabbionara nr. 16 erano in completo<br />

stato di abbandono; il centro non aveva mai avuto un reattore nucleare;<br />

impiegava materiale fissile e grezzo; dal 1° gennaio 89 il Centro Nucleare<br />

assumeva la denominazione Temav (Società per lo sviluppo tecnologico dei<br />

materiali avanzati); la Temav faceva parte del Gruppo Samatec; fino al<br />

dicembre del 93 vi erano ancora giacenze di rifiuti radioattivi e uranio.<br />

L’area protetta della Temav (cioè l’area ove era depositato il materiale<br />

nucleare) era autorizzata a contenere una quantità massima di Kg.33 di<br />

uranio 235 arricchito. Durante tutta la gestione dell’AGIP nucleare il<br />

quantitativo di uranio non aveva mai superato tale limite. Successivamente<br />

durante la gestione Temav il quantitativo di materiale fissile non aveva mai<br />

superato i 3-4 Kg. di uranio arricchito. Si trattava principalmente di materiali<br />

in polvere e pastiglie sotto forma chimica di ossido, non solubile e non<br />

trattabile chimicamente. Dal gennaio del 94 la struttura veniva smantellata<br />

ed assorbita dall’Enea ed inglobata in una struttura già preesistente della<br />

società nel Comune di Faenza (RA).<br />

<strong>Il</strong> secondo centro d’interesse sito in tale località era l’Istituto di Alta<br />

Energia di via Biancafarina nr.2485, di proprietà del CNR. Questo centro<br />

non aveva mai trattato materiale fissile o derivati; bensì, era dotato solo di<br />

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