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tensione tra la Libia e gli USA a causa della nazionalizzazione da parte della<br />
Libia delle società petrolifere americane, a cui farà seguito, per ritorsione,<br />
l’embargo da parte degli USA delle forniture militari alla Libia.<br />
L’accordo petrolifero tra l’ENI e il Governo libico che prevedeva una<br />
partecipazione libica negli utili al 50% fu siglato il 29 settembre 72 e di<br />
conseguenza l’Italia divenne l’unico Paese ad avere la parità con il Governo<br />
libico nello sfruttamento delle risorse petrolifere.<br />
E’ lo stesso colonnello Jucci - nel corso del dibattimento relativo alla<br />
querela presentata dall’ufficiale nei confronti del giornalista Mino Pecorelli,<br />
per offesa della la sua reputazione con un articolo diffamatorio - ad illustrare<br />
sinteticamente il ruolo svolto: “dal 1969 al settembre 1972 essendo in tale<br />
periodo prima al SID poi per incarico specifico, che ho ricevuto dal mio<br />
Stato Maggiore, effettuai numerose missioni in Libia, i cui risultati possono<br />
sinteticamente indicarsi nel fattivo contributo alle operazioni di rimpatrio dei<br />
nostri connazionali, alla liberazione dei nostri connazionali colà detenuti, allo<br />
stabilimento di accordi di carattere economico tra i due Paesi, nonché alla<br />
definizione del contenzioso fra i Paesi medesimi. In questa vicenda vi fu una<br />
fornitura di armi, da parte della società italiana Oto Melara, mentre da parte<br />
dello Stato libico vi fu la rinunzia alla nazionalizzazione delle attività<br />
estrattive dell’ENI in quel territorio con la costituzione di una società italolibica<br />
al 50% circa” (v. verbale di udienza, Tribunale di Roma 15.03.77).<br />
A tale riguardo, l’on.le Giulio Andreotti, nel corso dell’audizione resa<br />
nel novembre 82 innanzi alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla<br />
Loggia P2, dichiarava: “<strong>Il</strong> colonnello Jucci, adesso generale, aveva lavorato<br />
nei Servizi e si era occupato anche di un problema particolare della Libia<br />
una volta che doveva partire una nave da Venezia (v. rectius Trieste; nde),<br />
se non ricordo male, carica non tanto di merci, quanto di qualcosa che<br />
doveva procurare guai alla persona di Gheddafi. Allora fu dai Servizi<br />
sventata questa operazione e questo fu personalmente fatto dal colonnello<br />
Jucci. Successivamente quando vi fu una situazione difficile - una delle tante<br />
ricorrenti - nei rapporti tra l’ENI e la Libia, il Presidente dell’ENI domandò<br />
a me se potevamo fare un appoggio di carattere politico per questi rapporti<br />
tra l’ENI e la Libia; io dissi che si poteva utilizzare un certo credito di<br />
benemerenza, nei confronti di Gheddafi e dei Servizi libici, che vi era stato<br />
per quella operazione. E il Presidente dell’ENI chiese a me, Presidente -<br />
che, a mia volta, feci dare l’autorizzazione di carattere militare - per essere<br />
accompagnato in Libia dal colonnello Jucci, in una di queste conversazioni,<br />
per cercare di rimuovere lo stallo che vi era nei rapporti tra l’ENI e la Libia”<br />
(audizione on.le Giulio Andreotti, Commissione parlamentare sulla loggia<br />
P2, 11.11.82).<br />
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