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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Jalloud, nell’occasione, si assunse l’onere di effettuare i passi necessari per<br />

intervenire nella giusta direzione, specie in ordine alla data di scadenza<br />

dell’ultimatum. Nell’occasione Jalloud ed El Houni, all’esito di un colloquio<br />

con Salah Khalaf alias Abu Ayad, ottennero da quest’ultimo una dilazione<br />

dell’ultimatum fino alla fine di ottobre.<br />

A fine 98 l’istruttoria di Venezia ha avuto termine con rinvio a<br />

giudizio, cui sottostanno convincimenti del sabotaggio del velivolo da parte<br />

di elementi del Mossad in ritorsione alla liberazione e trasferimento in Libia<br />

dei fedayn arrestati a Ostia. Operazione con le coperture dei servizi italiani,<br />

dello SMA e degli apparati governativi del tempo. La lettura del carteggio<br />

del vecchio SID acquisito ha indotto il giudicantwe veneziano a ritenere<br />

“che il sabotaggio di Argo 16 ad opera degli israeliani sia stato considerato<br />

dal SID, e dai suoi organi tenuti agli accertamenti e alla raccolta di<br />

informative, una inevitabile quanto paradossalmente giustificata risposta di<br />

ELE e che conseguente dunque fu il soffocamento delle emergenze rinvenute<br />

a carico dei mandanti”.<br />

V’è però da rammentare che la situazione all’epoca tra i due Paesi e i<br />

loro Servizi non era tra le peggiori, anzi erano accaduti eventi che avrebbero<br />

dovuto imporre prossimità e ausili reciproci. <strong>Il</strong> fatto è del 23 novembre 73.<br />

Israele aveva sostenuto la guerra contro gli Egiziani, i Siriani e reparti<br />

iracheni e giordani (il Regno però si mantenne neutrale) cd del Yom Kippur<br />

tra l’attacco al canale il 5 ottobre e il cessate il fuoco del 22 successivo.<br />

Immerso in un mondo arabo – per non considerare quello islamico – che<br />

superava il centuplo della sua popolazione, non aveva alcun motivo di<br />

crearsi ulteriori nemici nel Mediterraneo. A meno che la sua sicurezza o<br />

sicumera, fosse tale da non temere l’ostilità dell’Italia o dovesse nei<br />

confronti di quest’ultima eseguire sanzioni già comminate per lo stillicidio<br />

continuo di scarcerazioni di terroristi mediorientali, compiute nel nostro<br />

Paese in quegli anni. Questo senza considerare la mai cessata rivalità tra noi<br />

e Israele per accreditarsi agli occhi degli Stati Uniti come il più valido<br />

delegato nell’area; e acquisire così il titolo tanto ambito di brilliant second<br />

nel Mediterraneo.<br />

Ma per questi aiuti che sia il Servizio – all’epoca il SID – sia le forze<br />

armate avevano prestato quotidianamente e continuamente all’intelligence e<br />

all’armata israeliana, anche un progetto di rappresaglia per le liberazioni di<br />

terroristi, ed in particolare di quelli che avevano programmato<br />

l’abbattimento dell’aereo che portava a bordo il premier Golda Meir sarebbe<br />

stato superato dalla riconoscenza per gli aiuti militari e d’intelligence proprio<br />

in quel periodo. E d’altra parte l’Argo 16 – dai cent’occhi per le dotazioni di<br />

apparati di Elint – era un velivolo del SIOS/A usato saltuariamente per<br />

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