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nel caso di responsabilità dirette o indirette, dolose o colpose, nella sciagura<br />
occorsa al DC9 dell’Itavia, potessero queste essere rese note al mondo<br />
intero. Ci si domanda cioè quale sarebbe stata l’impatto e la reazione<br />
dell’opinione pubblica alla notizia che un incidente aereo di un velivolo<br />
civile era stato causato da responsabilità di un Paese alleato o amico o<br />
prossimo. Proprio in quell’anno, come s’è visto, si svolgeva il dibattito sulla<br />
opportunità per il nostro Paese della installazione dei missili Cruise e<br />
Pershing. E’ fuor di dubbio che una eventuale pubblicità sulla responsabilità<br />
di Paesi della NATO avrebbe incrinato i rapporti tra l’Italia e gli altri Paesi<br />
dell’Alleanza. E’ fuor di dubbio che le opposizioni di sinistra ed in<br />
particolare il partito comunista – che non vedevano di buon occhio<br />
l’installazione dei missili – avrebbero messo in moto accesissime campagne<br />
politiche, mobilitando dissensi e contrarietà ed ostacolando in questo modo<br />
l’installazione dei missili nel nostro Paese. Installazione che il Governo si<br />
era proposto e che avrebbe costituito il primo passo nel cammino contro la<br />
superiorità bellica dell’Unione Sovietica, persa sulla distanza di alcuni anni.<br />
Sconfitta che a sua volta sarà una delle cause del crollo di quell’impero.<br />
Per tale motivo l’eventuale responsabilità di un Paese o più Paesi<br />
“amici” non avrebbe potuto o meglio non avrebbe dovuto esser resa nota.<br />
Pertanto si stima che ci si sia trovati innanzi a qualcosa che è sfuggito e<br />
ancora oggi sfugge al controllo istituzionale ed alle garanzie poste<br />
dall’ordinamento. Ci si trova in presenza di una forma alquanto anomala di<br />
opposizione del segreto di Stato che viene opposto non secondo la rituale<br />
procedura – giacchè le relative norme non contemplano l’opposizione nei<br />
procedimenti penali per fatti di strage- bensì attraverso la “scomparsa”, in<br />
altre parole l’occultamento e la negazione dell’esistenza stessa del segreto.<br />
Non si è fatto altro che rendere segreto il segreto stesso, impedendo in<br />
questo modo che lo stesso potesse essere soggetto al controllo politico<br />
istituzionale previsto dalla normativa. Da un punto di vista formale il segreto<br />
non esiste; nella sostanza invece esiste ed è stato opposto nei fatti<br />
ostacolando ed impedendo di accertare gli eventi e le responsabilità.<br />
Ma se segreto c’è, ed è stato occultato, ci si chiede quali siano le<br />
autorità che ne sono state a conoscenza e che a tutt’oggi lo sono. A questa<br />
domanda per anni si è tentato, tra polemiche acerrime, opposizioni<br />
fortissime e complesse deviazioni, di dare una risposta e solo da ultimo sono<br />
emerse solide prove di uno scenario di quella sera che ben s’adatta al<br />
<strong>contesto</strong> del tempo. Dallo scenario ovviamente discendono responsabilità e<br />
si scoprono i primi volti della teoria di coloro che sapevano, e sanno, ed<br />
hanno occultato.<br />
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