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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Reagan, ed era in Italia per cercare di combinare, come si dice alla<br />

napoletana, un “piattino” a Carter con la storia del fratello Billy. Insieme a<br />

Ledeen e Pazienza andammo a pranzo un sera. Ledeen mi disse che stava<br />

mettendo su una campagna contro il fratello di Carter, che, a suo dire, era un<br />

corrotto, un dissoluto, lavorava con i libici, aveva regalato brillanti alla<br />

signora Carter e altre storie di questo genere. Riuscirono a montare un caso<br />

abbastanza interessante attraverso un contatto che crearono con un certo<br />

avvocato Papa di Catania, un uomo di Gheddafi. Fecero parlare questo<br />

Michele Papa con un giornalista che era andato lì con un microfono e gli<br />

fecero dire cose compromettenti. In seguito il Ledeen su una catena di<br />

giornali molto importanti (l’americano Washington Post credo collegato<br />

anche a “L’Express” francese e a qualche altro giornale) scatenò questi<br />

articoli qualche giorno prima delle elezioni presidenziali. Anche di tutto<br />

questo io resi edotto il <strong>Capo</strong> della Polizia ed il Ministro perché mi sembrava<br />

un fatto interessante, tenuto conto che avveniva sul territorio italiano. Debbo<br />

dire però, per obiettività che nella cosa non fu coinvolto, per ciò che mi<br />

risulta, il Servizio italiano; cioè non è che Pazienza, con l’occasione, si<br />

rivolse a Santovito per farsi aiutare in questa faccenda che aveva messo su,<br />

tanto è vero che chiesero consiglio a me circa il modo di accostare qualche<br />

dipendente dell’albergo Hilton, dove il Carter aveva alloggiato per riuscire a<br />

raccogliere degli elementi. Quando vinse Reagan, il Pazienza andò in grande<br />

euforia insieme a Ledeen, il quale allora stava quasi sempre a Roma. E a<br />

questo punto credo che vada messo in evidenza un momento forse non<br />

conosciuto della storia dei rapporti tra l’Italia e Stati Uniti; un momento di<br />

vuoto di rapporti fra l’America di Reagan, appena eletto, e l’Italia. E questo<br />

perché l’Ambasciatore Gardner era molto inviso al nuovo Presidente, il<br />

quale, praticamente tagliò subito i rapporti con lui e gli fece sapere che se ne<br />

doveva andare, tanto che non si attese nemmeno che venisse il nuovo<br />

Ambasciatore Raab per liquidarlo (come forse si ricorderà, nel mese di<br />

gennaio Gardner fu cacciato via). Di conseguenza che cosa accadde? Come<br />

ripeto, si verificò un fenomeno abbastanza singolare del quale ho sempre<br />

riferito al mio Ministro e al <strong>Capo</strong> della polizia perché ero un osservatore<br />

abbastanza interessato: e cioè che in un certo senso, i rapporti tra la classe<br />

politica italiana, il Governo italiano e il nuovo gruppo che era andato al<br />

potere in America, erano tenuti da Pazienza e da Ledeen.<br />

L’Ambasciata americana non faceva nulla, erano tutti come bloccati; e<br />

anche la CIA: Montgomery, che era all’epoca il capostazione, fu sostituito<br />

immediatamente dopo. Quindi, vi fu un periodo di paralisi: era come se<br />

l’ambasciata americana non esistesse. Dico questo per spiegare ciò che<br />

avvenne; come è noto, ci furono dei viaggi organizzati, in un certo senso<br />

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